I narcisisti sono intimamente degli eterni bambini per questo si ritengono soddisfatti della vita solo se questa corrisponde perfettamente all’ immagine interna di questo mito.
Nelle relazioni, il/la narcisista cerca uno specchio, qualcuno costantemente sintonizzato su di lui/lei, che gli/le restituisca un’immagine perfetta e grandiosa di sé stesso/a, cosi come un/a bambino/a prodigio ricerca l’attenzione delle persone al di fuori di sé, ma poi nel tempo, per scarsità di risorse e per sua impossibilità di sviluppare questo “talento naturale” in un’ottica di maturazione, ne resta imprigionato/a a vita.
Con l’avanzare dell’età quell’immagine interna diviene ridicola, persecutoria e nella personalità del piccolo/piccola narciso/narcisa inizia a germogliare il seme dell’invidia (più o meno simbolica) verso il mondo esterno.
Un dettaglio curioso è rappresentato dall’invidia che provano spesso verso i bambini (figli, cuginetti, fratelli…) e/o gli adolescenti, perché vivono ancora in un’età in cui tutto è possibile e tutto è concesso ed è un po’ come se “gli stessero rubando la scena”.
Ad un bambino o ad un adolescente certi atteggiamenti e comportamenti si perdonano; essere fanatico, arrogante, saccente, capriccioso, volitivo è naturale e in queste due fasi di vita sia i bambini che gli adolescenti vengono addirittura incoraggiati a manifestare questi sentimenti, soprattutto se finalizzati a perseguire i loro obiettivi e rinforzare la loro autostima.
I/le narcisisti/e quindi “imitano” i bambini, amano stare con loro, ma molto spesso ci entrano in competizione (figli, fratelli, sorelle etc..), perché a loro tutto è concesso, ma soprattutto “le mamme” e i “papa” reali o simbolici in cui specchiarsi sono pochi e le risorse scarseggiano quando in casa compaiono i bambini veri.
Il delirio di onnipotenza è una condizione normale in un bambino e una sua reminiscenza durante l’adolescenza è altrettanto naturale, ma la “caduta” di questa illusione è fondamentale per lo sviluppo di una personalità matura, che è capace di accedere ad una fase “depressiva” nella quale si acquisisce una capacità morale e la consapevolezza della propria limitatezza, del valore e degli altri e della loro condizione di mortalità (non siamo immortali e quindi non onnipotenti).
I/le narcisisti/e invece, restano bloccati/e nella fase infantile/adolescenziale; pretendono che gli altri li trattino come eterni bambini d’oro dotati di particolare talento, per questo, si “concedono” solo a pochi eletti e se le loro volontà non sono accolte si scatenano le ire funeste, i capricci, le vendette oppure gli scarti/svalutazioni dell’altro come anche il non riconoscimento del loro valore.
Si ha l’impressione di gestire dei “eterni bambini autodistruttivi” fragili, “distruttivi”, arrabbiati e frustrati.
Durante la fase narcisistico-fallica, il bambino parte alla conquista del mondo con la propria illusoria armatura inscalfibile; questo mondo fantastico dove tutto è concesso e un diritto può essere preteso per puro principio, entra in crisi (o dovrebbe) con lo sviluppo dell’empatia (fase morale/ sei anni) e con la socializzazione (scuola).
In questa seconda fase il mondo esterno non viene più percepito come un mostro o si pretende rappresenti una madre che deve fornire nutrimento a nostro piacimento, ma come un’opportunità di incontro con ciò che è esterno da noi, una possibilità di condivisione nella quale vedo me nell’altro e l’altro in me.
I/le narcisisti/e invece non sviluppano empatia, per questo, non sono in grado di riconoscere o accettare i sentimenti, i bisogni, le preferenze, le priorità e le scelte degli altri e alla fine le subiscono come forzature o imposizioni malevole verso cui ribellarsi.
Una caratteristica naturale nel bambino “l’invidia”, diviene patologica se permane nell’adulto sotto forma di desiderio di distruggere ciò che non può avere e di elevarsi al di sopra di tutti, persino della legge a volte.
I/le narcisisti/e continuano a proporsi come individui altezzosi, sprezzanti, arroganti e immuni a qualsiasi regola completamente noncuranti delle conseguenze che questi comportamenti hanno su sé stessi e su coloro che si relazionano con loro.
È paradossale quindi ma un/una narcisista adulto/a può essere profondamente invidioso dei bambini anche se li ama, anche se si diverte con loro o se li ha generati, soprattutto se sono del loro stesso sesso.
Io volevo sapere anche un padre narcisista come si comporta con il figlio maschio , e se è possibile mettere in guardia il figlio affinché possa difendersi o non cadere nella sua rete . Grazie mio figlio ha quasi 15 anni .
Non è possibile formulare consigli generici. Dipende dal tipi di narcisista, dalla relazione dal contesto…
Sono ancora io, la Paola di prima, che ha commentato l’articolo sulla madre narcisista. Il mio ex marito era invidioso del nostro primo figlio, ma tanto invidioso!! Era in competizione con lui per accaparrarsi il primo posto nel mio cuore. Ed era invidioso, a questo punto posso dirlo con certezza, anche del nostro terzo figlio! Con questo, però, era sempre prevaricante e arrogante, perché questo aveva, da piccolo, un carattere più mite, più facile da sottomettere e da schiacciare. Con il primo era più difficile riuscire a schiacciarlo, sia perché ha ed ha sempre avuto un carattere forte, esuberante, sicuro di sè, sia perché, essendo il primo, era anche forse gerarchicamente più forte in una sorta di “graduatoria” del mio cuore.
Visitando questo sito, mi si sta davvero chiarendo tutto!
Dottoressa, insisto davvero per un incontro con Lei!
Sono figlia/vittima di una madre narcidista