Il partner del narcisista
I narcisisti in generale, (overt/estroversi) sono attratti dalla conquista, dalle sfide e dalle belle “cose” (persone incluse) da esibire, possedere e sfoggiare, perché avere oggetti di valore, amici o partner stimabili, garantisce loro di riflesso, l’acquisizione o il mantenimento di un’immagine di potere, successo e grandiosità.
Solitamente, non amano veramente il partner, perché sono interessati solamente a quello che quella persona può dargli, sia a livello emotivo che pratico; per loro è importante la funzione o il ruolo che può svolgere l’altro nel “film della sua vita”, spesso più immaginario che reale e soprattutto caratterizzato da l’esigenza (dichiarata o inconscia) di raggiungere il successo o la perfezione.
I narcisisti non sono realmente interessati ad avere una vera relazione e hanno problemi ad entrare in intimità sia con se stessi che con gli altri, per questo “mimano” innamoramento e amore solo per ottenere altro in cambio, a livello materiale o emotivo.
Il narciso di tipo overt tende a scegliere partner che ritiene inferiori a lui/lei, per cultura, intelligenza o reddito, perché vuole avere la certezza di poter gestire totalmente la relazione e il partner, svalutandolo o deridendolo pubblicamente per apparire più forte e utilizzandolo all’interno – come un punge-ball emotivo, proiettando su di lui/lei ogni bassezza e bruttezza del mondo o fallimento lavorativo/familiare.
In questo tipo di relazione dopo una prima fase di amore idilliaco in genere il/la narciso/narcisa si disimpegna giorno per giorno abbandonando il partner a una vita di solitudine e deprivazione emotiva, in cui la sua funzione è solo di garantirgli l’apparenza di una famiglia/coppia perfetta all’esterno, dargli dei figli, mantenerteli o crescerli, mentre lui/lei si fa la sua vita (spesso anche parallela, sessuale e non solo) fuori casa.
Svalutazione, deprivazione e controllo sono le strategie che l’overt usa per mantenere l’autostima del partner molto bassa e convincerlo inconsciamente che non può farcela senza di lui/lei.
I narcisisti overt possono scegliere anche partner socialmente ambiti (di bell’aspetto, di cultura etc..) per poi però, entrare con loro in una competizione basata sul desiderio di possedere l’altro, che per dimostrargli il suo vero amore, deve “rinunciare” a tutte quelle caratteristiche che da un lato lo/la rendevano appetibile ai suoi occhi e dalllaltro però che lo/la rendono anche potenzilamente pericoloso/a per il suo primato d’importanza e potere all’interno della coppia.
In tal senso, l’inconscia avidità del/della narcisista è “portare quella persona a concentrarsi totalmente su di lui/lei” e se quella persona inizialmente è autonoma, indipendente etc.. la conquista si presenta ancora più appetibile in termini di sfida.
I narcisisti covert, apparentemente timidi, sensibili ed emotivamente tormentati, sono attratti in particolar modo – da persone forti, decisionali e soprattutto empatiche.
I narcisisti di tipo covert ricercano partner forti, in carriera, determinati, autosufficienti, a cui delegare ogni tipo di responsabilità, perché di solito, chi è autonomo è più utile e quindi “sfruttabile” sia a livello economico che emotivo; le persone autonome sono anche di poche pretese e certamente – prese dal lavoro e dallo stress del sovraccarico di responsabilità nella relazione – lasceranno loro maggiore libertà, permettendogli/le un totale disimpegno emotivo e pratico.
In cambio, il covert illude il partner di lasciarsi gestire, ma di solito ottiene comunque tutto ciò che vuole attraverso condotte oppositive e/o passivo-aggressive (attacchi al legame, capricci, musi, distacchi, ricatti affettivi, silenzi, negazione sessuale, sparizioni, chiusura emotiva, scioperi di collaborazione, opposizione ..).
I covert, hanno bisogno di persone alle quali “appoggiarsi” a cui delegare aspetti pratici della vita o che li/le aiutino a vivere ed elaborare le emozioni con cui non sono in contatto, che li coccolino e li vizino come bambini capricciosi ed eternamente scontenti, che nulla devono in cambio.
Il partner è visto perciò come un contenitore e un catalizzatore emotivo, come una madre ideale, che svolge la funzione di rispecchiamento e sintonizzazione emotiva con il bambino non ancora in grado di autoregolarsi emotivamente.
In tal senso il partner ideale è “una madre/padre salvifica/o a cui appoggiarsi e da utilizzare inconsciamente come punge-ball e/o capro espiatorio per ogni fallimento (reale o temuto) della propria esistenza è molto comodo.
Ciò che però accomuna questi due tipi di partner sono le capacità empatiche e la tendenza a dipendere emotivamente e quindi a ricercare l’approvazione altrui (perfezionismo o insicurezza).
Nei casi più gravi, del NP maligni/possessivi/perversi, (overt/estroverso o covert/introverso) l’ammirazione o il velato sdegno, che egli/ella inizialmente prova per il partner si trasforma lentamente in invidia, nella voglia di possederlo/a, deprivarlo/a e per questo egli/ella, inizia a maturare fastidio o irritabilità ogni volta che l’altro è felice, ottiene successi, sia perché potrebbe perderlo/a, sia perché non è lui/lei ad avere questo successo.
Ecco quindi, che insorge l’inconscio desiderio compulsivo di distruggere il partner, privarlo della linfa vitale e ciò accade in genere con una lenta ed inesorabile svalutazione delle sue capacità, la tendenza a volerlo/a isolare dalla famiglia e dagli amici con atteggiamenti cinici, paranoidi e una più o meno esplicita gelosia patologica, illudendolo/a che solo con lui/lei può stare bene e che da soli si bastano, contro un mondo cattivo e ingiusto. In poche parole “non avrai altro Dio al di fuori del Narciso”.
Sono questi i casi che purtroppo, molto spesso leggiamo sui giornali, soprattutto se il narcisismo di tipo maligno è accompagnato da gravi carenze empatiche e tratti antisociali (psicopatia).
Tutti i narcisisti quindi, sono soprattutto persone infantili, insicure, aride, vuote e invidiose, che ricercano negli altri le qualità che vorrebbero avere (che ritengono apprezzabili dalla società) e soprattutto persone empatiche, perché ciò garantisce loro amore e attenzioni illimitate e incondizionate (nutrimento emotivo/narcisistic supply).
Una persona empatica è una persona che ha ottime capacità psicologiche ed umane (di percezione istinto, comprensione, dialogo, comunicazione..).
L’empatia è considerata una particolare forma di INTELLIGENZA EMOTIVA, cioè la capacità di percepire le emozioni altrui, elaborale ed esprimerle/restituirle in modo sano.
Quello che non si dice quasi mai però – è che questa capacità, a volte, matura in seguito ad un trauma affettivo (abuso psicologico).
L’empatico è spesso una persona ferita, che sa mettersi nei panni degli altri, perché ha imparato a farlo da piccolo, (the Wise Baby/ Adult Child) facendo da genitore ai propri genitori.
L’empatia è molto spesso il risultato una ferita abbandonica che sanguina, che non si è mai rimarginata e dalla quale i manipolatori affettivi suggono energia, è un taglio precoce, un cesareo psichico, che il bambino è stato costretto a praticarsi per evitare di essere punito, svalutato, rinnegato, dimenticato o ancor peggio abbandonato; l’empatia è spesso il risultato di una crescita e una maturazione psicologica precoce e forzata ai fini della sopravvivenza psichica, emotiva e a volte purtroppo anche fisica.
Per questo forse, oggi ricerchiamo nell’altro il tiranno psichico che conosciamo già, per ripetere una storia già vissuta: un genitore abusante, immaturo, instabile, che si appoggia ai figli, in modo più o meno visibile, che li genera per strumentalizzarli a livello psichico o materiale, che non li desiderava veramente e quindi, con tutta probabilità genitori narcisisti patologici.Dott.ssa Silvia Michelini
Ecco perché chi è empatico, si trova spesso ad essere sfruttato dalle persone, perché è abituato/a, è addestrato al ricatto affettivo, perché ha confuso l’abuso con l’amore, perché ha imparato che se ascolta l’altro, se gli da quello che vuole, se lo aiuta questo poi gli darà le sue attenzioni e la sua ammirazione, tuttavia, per un manipolatore affettivo, queste attenzioni sono centellinate al millimetro e distribuite come insignificanti molliche d’amore lungo un cammino di spietata severità riguardo invece i presunto obblighi, mancanze, doveri morali, etici o di ruolo della vittima; doveri morali che quasi certamente, il manipolatore affettivo non si sentirà in dovere di ricambiare o di rispettare, perché se sbaglia, suvvia.. è pur sempre “colpa vostra”.
I narcisi non avvertono la necessità di essere coerenti, loro sono perfetti, lo saranno anche a costo di passarvi sopra come caterpillar, poco importa chi siete, se le mogli, i mariti o i siete i figli; dovete obbedire, essere i figli che vorrebbero che foste, le mogli perfette mute e sottomesse o i mariti zerbino che desiderano.
I narcisi ricercano attivamente gli empatici e se hanno la fortuna di riuscire ad addestrarne uno come figlio/marito/moglie, a suon di svalutazioni, punizioni e ricatti affettivi, li uniscono al loro immaginario esercito di fan o “oggetti di soddisfazione masturbatoria”.
Gli empatici invece sono persone che definiremo “BUONE”.
Per questo, fanno realmente fatica a credere che possano esistere persone fredde, anaffettive, aride, prive di scrupoli, figuriamoci poi se questo/a dovesse essere un genitore.
In generale i narcisisti tendono a voler mantenere il potere economico o psicologico (attraverso il vittimismo) sull’altro, per legarlo a se e quindi proseguire ad approvvigionarsi di lui/lei emotivamente.
Una strategia di conquista infallibile del narciso/a è quella di mostrarsi il partner ideale oppure una vittima da salvare (genitori inclusi).
In questo modo il narciso empatico si sentirà in dovere di salvarlo, impiegando ogni sua risorsa fisica, economica ed emotiva e proseguirà anche quando il NP si sarà tolto/a la maschera (narcisistic-supply), perché a quel punto la relazione non sarà più sbilanciata e si sarà instaurata una co-dipendenza narcisistica o come dico io “il parassita oggetto narcisistico si è instaurato nella psiche del partner”.
La co-dipendenza instaura e si rafforza sull’impossibilità da parte del partner empatico di rinunciare alla sua visione ideale dell’amore della famiglia, (narcisismo infantile), perché distruggere quell’ideale sarebbe come distruggere una parte di se e quindi entrare in contatto con il vecchio tiranno interiorizzato.
Su questa forma di “buonismo” e idealismo romantico/religioso (l’amore salva tutto e vince su tutto) o meglio di Falso Sé del narciso empatico, si basa poi tutta la prosecuzione della relazione dipendenza affettiva.
La vittima di narcisismo non resiste alla tentazione di dover dimostrare a tutto il mondo di essere buono, per questo il NP riesce tranquillamente a gestirlo puntando sulla sua “ansia da prestazione umana”. Dottoressa Silvia Michelini.
Per questo se hai già avuto una storia di abuso familiare, sei una persona sensibile, sognatrice, romantica, autonoma, perfezionista, talentuosa, intelligente, empatica, ma anche insicura e con scarsa autostima, sei una possibile vittima di narcisismo.
Ricordati che l’amore non cura ogni ferita, non possiamo veramente salvare nessuno, ma solo amarlo, ma amare qualcuno più di te stesso, non è sano.
Leggi, informati, impara come riconoscerli e come gestirli, impara a prenderti cura di te stesso/a e soprattutto a impiegare le tue qualità empatiche per lavoro oppure con persone che non ne approfittano in cui vi è una reciprocità affettiva.
Ti sei riconosciuta/o in alcune di queste dinamiche?
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