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I narcisisti provano emozioni? E se si, riescono anche ad interpretare le nostre?

narcisisti provano emozioni
È semplice, immagina che tu stia parlando in una lingua e per farlo, utilizzi tutto l’alfabeto in modo creativo.
I narcisisti posseggono un range di emozioni più limitato, basico ed è come se utilizzassero solo una parte di questo alfabeto, sia per leggere sé stessi che gli altri.
Il loro sviluppo psico-affettivo (e con esso le capacità cognitive e metacognitive) si è arrestato ad una determinata fase del processo di crescita. Ciò ha impedito loro di sviluppare una teoria della mente.
La teoria della mente (spesso abbreviata in “ToM”, dall’inglese Theory of Mind) è la capacità di attribuire stati mentali – credenze, intenzioni, desideri, emozioni, conoscenze – a sé stessi e agli altri, e la capacità di comprendere che gli altri hanno stati mentali diversi dai propri. (Wikipedia).
Il cervello umano, termina il suo sviluppo psico-emotivo durante il primo anno di vita, e il suo esito, dipende dalla qualità delle interazioni affettive con le figure di attaccamento primarie (genitori o care-giver).
Se queste figure di riferimento non sono adeguate e non forniscono al bambino il giusto contenitore, per rispecchiare le sue emozioni e fare fronte alle sue esigenze, anzi le disattendono o lo spaventano, questo processo di sviluppo può essere compromesso e si stabilisce tra il bambino e il care-giver, quello che si chiama un attaccamento insicuro.
Il nucleo traumatico poi può restare cronico (fissato) oppure migliorare, tutto dipende dalla gravità della compromissione di queste relazioni, e dal loro contenuto traumatico, ma anche da quanto questo bambino potrà contare sulle sue capacità di resilienza e su fattori di protezione esterni come altre figure di riferimento oppure l’ambiente sociale (scuola, relazioni tra pari etc).
Per questo i narcisisti, avvertono degli stati emotivi interni, sulla base dei quali reagiscono o agiscono senza tuttavia analizzare i processi comunicativi ed affettivi in ottica relazionale, perché mancano di empatia e fiducia nelle figure di riferimento primarie.
Le aree del cervello associate alle capacità psico-affettive (empatia, teoria della mente) funzionano in modo differente da quelle delle persone che non hanno subito un grave trauma con successivo arresto evolutivo.
Secondo un team di psichiatri tedeschi il DNP può essere associato ad un’anomalia strutturale della corteccia cerebrale. I risultati del loro studio sono stati pubblicati dalla rivista scientifica Journal of Psychiatric Research.
A sostenere questa tesi è uno studio condotto dal team guidato dallo psichiatra Stefan Ropke della Libera Università di Berlino, pubblicato sulla rivista Journal of Psychiatric Research. Il gruppo di ricerca ha dimostrato che la causa del disturbo legato al narcisismo è riconducibile a un’anomalia del cervello. Si tratta di un problema strutturale che coinvolge l’insula, lo strato più esterno della corteccia cerebrale, fondamentale a livello cognitivo.
https://www.repubblica.it/scienze/2013/07/01/news/un_anomalia_cerebrale_alla_base_del_narcisismo-62212017/
È quindi sempre più plausibile attribuire le cause dello sviluppo di un DNP ad un mix di fattori: genetico, ereditario da un lato e ambientale e affettivo dall’altro.

Quali emozioni provano i narcisisti?
Si parla di PROTOEMOZIONI, ovvero di emozioni primarie ma non di sentimenti.
I sentimenti riguardano l’elaborazione secondaria di un’emozione, che di base è una reazione psico-fisiologica immediata ad un evento o esperienza.
L’emozione è immediata, somatica, è “la miccia” che innesca una reazione anche fisiologica; le emozioni primarie (o proto-emozioni) sono quelle necessarie alla nostra sopravvivenza.
I sentimenti invece esitano dall’interazione tra la persona e l’ambiente, per cui sono influenzati dalla memoria (idee, ricordi, rappresentazioni mentali) e dall’umore o stato d’animo del momento.
Di per sé le emozioni sono neutre, ma noi impariamo a “classificarle” e valutarle sulla base della nostra soggettività e quindi del nostro “filtro percettivo”.

EMOZIONI BASE

  • EUFORIA: le persone con un carattere narcisista si sentono gioie o euforiche quando tutto all’esterno combacia con la visione della loro realtà interna (aspettative, schemi etc..) e quando tutto va “come dico io”.
  • FRUSTRAZIONE/IRA/RABBIA: le persone con DNP provano frustrazione e rabbia se qualcosa sfugge al loro controllo o se “l’oggetto” verso cui provano interesse in quel momento non si comporta come lui/lei si aspetta che faccia per farlo/a sentire al sicuro. Ecco allora che la rabbia esplode senza un motivo apparente o meglio, la reazione è sempre esagerata rispetto al presunto “errore” da parte dell’altro. Gli scatti di ira hanno la funzione di punire l’altro, metterlo alla prova per mantenere alto il livello di controllo e giocare d’anticipo. La successiva freddezza e il distacco che ne conseguono sono utilizzati, più o meno consapevolmente (dipende dal livello di gravità narcisistica) per spaventare l’altro e costringerlo a camminare sui gusci delle uova, per evitare di ferirlo. Altre volte le persone affette da DNP non riescono ad attribuire un reale motivo alla loro rabbia e quindi la proiettano semplicemente sugli altri (è colpa sua! È stata colpa di… etc..!) perché questo permette loro di evitare di dover fare insight, capacità che tra l’altro è assente o scarsa nel DNP.
  • STUPORE/SCONFORTO: Le persone affette da DNP non stabiliscono relazioni simmetriche, reciproche, ma sono sempre impegnate a mantenere un dominio sull’altro. Quando questo si ribella e non risponde più ai suoi comandi” si sente temporaneamente perso/a. Non possiede capacità di insight pertanto non può mettere in correlazione la reazione dell’altro con una sua eventuale corresponsabilità. Tutto ciò che prova, sente e fa lui/lei è lecito, mentre l’altro non deve e non può. I/le NP non ti riconoscono il diritto di arrabbiarti per le loro malefatte e non riconoscono che le loro azioni lo siano. Questo perché anche il loro senso morale è compromesso; utilizzano la moralizzazione e i sensi di colpa solo verso gli altri. Le regole per loro non valgono oppure se le hanno infrante era per colpa di altri. Loro cadono sempre in piedi. Lo stupore sorprende spesso le vittime, perché appare come una forma di compromissione dell’intelligenza: “possibile che non riesca a capire che se mi sono arrabbiata è perché non ha chiamato per 15gg”? Lui/lei vi guarderà attonito/a senza rispondere.
  • VUOTO e NOIA: i narcisisti non sono felici, non possono esserlo e non lo saranno mai realmente se non si occupano della loro personalità e scelgono di “abbassare la cresta” e farsi aiutare, perseverando nel tempo con la terapia e l’impegno che essa implica. I narcisisti sopravvivono perché si approvvigionano di energie dagli altri o dalle esperienze (un nuovo lavoro, una fidanzata, il sesso, la novità), ma questa euforia momentanea finisce presto. Si tratta di una forma di “obesità/bulimia psichica”, nella quale i NP sono condannati compulsivamente all’eterna ricerca di energia all’esterno di sé stessi.
  • ORGOGLIO E AMOR PROPRIO: L’apparente amore per sé stessi è di base solo una difesa, una corazza per proteggere un Io molto fragile, è tutta “apparenza”, che viene manifestata con evidente esibizionismo per impressionare il mondo esterno e dare di sé un’immagine trionfante e felice, ma si tratta di una maschera, dato che dietro si trova un individuo triste, impaurito e rabbioso, totalmente incapace di amare sé stesso/a e/o gli altri.
  • INNAMORAMENTO: che si tratti di una persona, un’attività, un obiettivo, un traguardo, una conquista, le persone affette da DNP si manifesteranno inizialmente coinvolte, emozionate da questa novità, anzi trascureranno tutto e tutti pur di concentrarsi su quel bersaglio, al quale si dedicheranno con grande entusiasmo e dedizione per poi perdere interesse rapidamente. L’oggetto che desideravano, ora che è stato conquistato, diventa un peso mantenerlo, un tormento oppure una potenziale fonte di danni – cioè un impedimento alla loro felicità. Ecco allora che il “capriccio” del momento diventa un oggetto già svalutato da tenere su una mensola per collezionismo; scartano e passano alla prossima “fissazione maniacale”. L’interesse che manifestano per le cose o le persone, non è poi seguito da una reale perseveranza, non si tramuta in una “relazione stabile” o in un interesse portato a termine (iniziano cose e le lasciano a metà); le ossessioni, sono capricci a cui non segue neanche l’assunzione delle responsabilità per le conseguenze generate. I/le np sono inaffidabili, ambivalenti e incostanti e quindi i loro innamoramenti sono brevi, intensi, tumultuosi e vacui. Questa incostanza è altamente distruttiva e auto-distruttiva per questo nel tempo, le persone (anche i familiari) li emarginano o li/le abbandonano confermando alla fine le loro paure (io non sono amabile), ma i/lei NP non rifletteranno sull’esperienza, continueranno stupiti a chiedersi come mai tutto il mondo è cattivo con loro, disconoscendo la verità e cioè che sono stati loro a provocare disastri trattando male tutto e tutti, in primis se stessi.
  • ODIO E SVALUTAZIONE: Anche se all’esterno possono apparire empatici e sensibili i/le NP detestano tutti perché di base dividono il mondo in deboli/forti, vincenti/perdenti, sottomessi/dominatori, superiori/inferiori. In questa danza della dicotomia vorrebbero chiaramente far parte sempre delle persone superiori e vincenti, per questo generano una maschera e utilizzano le relazioni per far combaciare il loro falso Sé con l’idea con la realtà esterna. Quindi finché la persona con cui si relazionano è utile in qualche modo, mantengono una facciata, ma poi quando non ha più senso, la deridono o la diffamano, soprattutto se temono di essere smascherati. Ciò è facilmente riscontrabile anche nell’odio raziale, la misoginia e il classismo tipico dei benpensanti di facciata oppure nei ribelli estremisti di ogni ideologia.

Dottoressa Silvia Michelini