Tutte le persone che si rivolgono a me dopo aver subito un abuso narcisistico avvertono un senso di impotenza, di rabbia e di vergogna per essere stati “truffati” unita alla convinzione che il/la narcisista patologico/a invece ne sia uscito/a o comunque ne uscirà vincente e indenne.
La fase di riscatto è possibile in un primo momento, dipende dall’età, dalla fase del ciclo di vita in cui ci troviamo e dalle condizioni sociali/culturali ed economiche delle persone; ogni valutazione richiede quindi un approccio più che mai soggettivo, ma dalla mia esperienza il narcisista patologico adulto ha la sua massima espressione (positiva o negativa che sia) tra i 30 e i 60 anni.
Gli/le overt rischiano di arrivare a 50 anni con un infarto, una denuncia, un accertamento fiscale o qualche divorzio sulle spalle, i covert rischiano la crisi a 30/40/50 anni (dipende dal grado di maturità) perché stanno ancora decidendo cosa faranno da grandi, chi sono realmente rispetto al “mondo cattivo” in un circolo vizioso amletico-depressivo perenne, ma tutti sono estremamente arrabbiati e terrorizzati per il fatto di dover crescere, sperimentando quindi impotenza, vulnerabilità e fragilità.
Non che successivamente queste persone migliorino, ma variano la modalità attraverso la quale “succhiano” dagli altri pur di non crescere, perché non accettano il tempo che passa; loro vorrebbero (e si comportano cosi fino a 100 anni) essere fermi ad una determinata età, che sentono in linea con la loro voglia di sperimentarsi, vivere senza regole e confini, costruire, sognare di essere etc.…
Che male c’è a restare sempre giovani?
Nulla se noi utilizziamo il buono di questa affermazione; se per “restare giovani” intendiamo mantenere un’intelligenza viva, continuare ad apprendere a crescere ad ogni età, scegliere la libertà di pensiero senza attenersi a schemi precostituiti in una forma di ribellione culturale interiore è certamente una forma di narcisismo sano, se invece intendiamo restare adolescenti provocatori o pigre e annoiate principesse, fuggendo da ogni tipo di responsabilità e forma di impegno nelle relazioni e nel lavoro incolpando gli altri, beh allora, siamo di fronte a un narcisismo rigido e infantile.
Ciò che voi non sapete però è che i narcisisti non sono felici, non possono esserlo e non lo saranno mai realmente se non si occupano della loro personalità e scelgono di “abbassare la cresta” e farsi aiutare, perseverando nel tempo con la terapia e l’impegno che essa implica.
I narcisisti vivono perché succhiano energie dagli altri o dalle esperienze (un nuovo lavoro, una fidanzata, il sesso, la novità).
Si tratta di una forma di “obesità/bulimia psichica”, nella quale i NP sono condannati compulsivamente all’eterna ricerca di energia all’esterno di sé stessi.
Questa energia viene depositata in un cestino bucato, per cui mentre voi mettete energia sulla base di una provocazione, di una manipolazione o di un gioco in cui siete rimasti/e intrappolati/e, questa si disperde automaticamente.
Questa energia serve al/alla narcisista per confermare a sé stesso/ sé stessa che il suo Io/Ego non è fragile, non è vulnerabile. Che lui/lei è nel giusto e che non sta sbagliando.
I narcisisti non possono fermarsi o rilassarsi mai perché devono ottenere feedback positivi su sé stessi (io li chiamo egopunti).
Molto spesso sono anche insensibili, non riescono a godersi il presente o ciò che hanno, perché non sentono…sono desensibilizzati, spesso per forme post-traumatiche, altre volte per livelli differenti di psicopatia. (alessitimia e/o assenza di empatia).
Ecco perché se voi ne uscite, potete farcela, dopo un periodo duro a tornare a sentire e a vivere, mentre loro restano vittime di sé stessi e del loro vuoto perenne.
“Perdonare” significa distaccarsi anche dal desiderio di lottare, maturando una sana compassione intesa non come “pena”, ma comprensione del dolore altrui con il dovuto distacco dalla propria rabbia e desiderio di vendetta.
Dott.ssa Silvia Michelini
È perfetto quello che hai scritto… Semplicemente perfetto. All’età di 64 anni nonostante i miei studi di sociologia l’ho scoperto sulla mia pelle… Dalla mia esperienza… Nonostante il mio grado di cultura non conoscevo questo aspetto… Così profondamente patologico… Ho lavorato su di me e forse presuntuosamente ho capito tutto… Questo tutto arriva da un rapporto di 25 anni con una narcisista covert… Conoscenza e compassione sono le parole chiavette. Grazie Giorgio sgotti
Caro Giorgio, ti scrive una narcisista covert. Non pentita, ma per forza di cause maggiori andata dalla terapista, per far si che lo schema si spezzi. Non è semplice. È una condanna, una cosa che mi porto avanti e con la quale ho imparato convivere, una pelle spessa, una corazza che mi ha protetta e grazie alla quale sono viva oggi. Quindi immagina cosa vuol dire per me, andare in terapia, tradire quasi la mia cosiddetta “salvezza” che ha badato a quella bambina che ero è ha fatto si che non gli succeda mai niente di “male”. Ho inflito tante ferite, fatto molte strage con la mia patologia. Sono pronta a collaborare con la specialista, cercare delle modalità per modificare le dinamiche. Voglio vivere e lasciare anche gli altri vivere. Anche se mi risulta difficile pensare di non esercitare dominio. Per il momento vado a piccoli passi. Restando in una relazione dove ricevo le giusti dosi di attenzioni che alimentano il mio ego e agisco “sopportando” e lavorando secondo schemi comportamentali prestabiliti con la terapista. Come tutte le persone narcisiste patologiche, sono estremamente affascinante e appariscente, con una schiera di spasimanti. Ma noi, questa categoria così biasimare di persone…Esistiamo. Vogliamo vivere. E per vivere intendo sopravvivere. Siamo degli adulti che da bambini sono stati puniti. Estremamente puniti. Con il non sentirsi mai amati ne importanti. Perdonaci. Se puoi.
Invece in casa mia ho avuto tre covert,due donne e un uomo.
Una non è stata amata dalla madre perché ammalata e in struttura fino alla morte,quando lei era ancora in fasce,cresciuta da una zia.Gli altri due troppo Adulati su di un piedistallo dalle madri.Quindi il narcisista non sempre è svalutato.
Sei percaso dell acquario ?
Ciao Monica,
credo che l’esistenza umana sia qualcosa di estremamente soggettivo.
Siamo tutti unici ed irripetibili è la magia della vita.
Io ho amato e in qualche modo amo ancora una donna probabilmente narcisista.
E’ stata una storia breve ma intensa di 23 anni fa.
Avrei voluto invecchiare insieme a lei ed ero convinto allora come oggi che non mi sarebbe bastata una sola vita per darle tutto il mio affetto.
Penso che quando ha compreso, suo malgrado, che sarebbe stata capace di ricambiare l’amore che le era stato dato ha alzato le sue mura difensive, diventando verbalmente aggressiva andando a colpire i miei punti deboli, che ben conosceva, cercando così di farmi allontanare abbandonando la relazione ( ricordo che mi disse con rabbia: “con te a letto ho sempre finto senza mai raggiungere neanche l’orgasmo !!!”)….all’inizio ci credetti poi riflettei con maggiore razionalità e capìì che non era vero……noi passavamo interi weekend a letto; dalla mattina alla sera…..io finii anche in ospedale a Siena….ero stato male….mi ero trovato completamente privo di energie.
A distanza di 23 anni ho cercato di contattarla (per sapere come stava visto il Covid) ad aprile del 2021 con una telefonata e con un messaggio che so aver ricevuto ma al quale non ho mai risposto (non sono apparse le spunte blu).
Mi avrebbe fatto piacere mantenere un contatto; se non altro perchè abbiamo condiviso tempo e intimità.
Ho pensato a lei ad ogni suo compleanno, ogni Natale, ogni Capodanno domandandomi se le fosse rimasto qualcosa di me nei suoi ricordi.
Ciò che più mi manca di lei è dormirle vicino e quella particolare attrazione mentale che avevamo.
Ho convissuto per anni con la sua assenza……un lutto perpetuo che mi toglieva il respiro.
Oggi forse sarei in grado di gestire in modo più adulto la mia fase dell’abbandono.
Non so se si farà mai risentire per quanto lo speri con tutto il cuore e per quanto il mondo possa dire, mi troverà sempre dalla sua parte.
Un abbraccio.
Paolo
Come ti capisco