Dott.ssa Silvia Michelini     info@vittimedinarcisismo.com

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Tutte le persone che si rivolgono a me dopo aver subito un abuso narcisistico avvertono un senso di impotenza, di rabbia e di vergogna per essere stati “truffati” unita alla convinzione che il/la narcisista patologico/a invece ne sia uscito/a o comunque ne uscirà vincente e indenne.
La fase di riscatto è possibile in un primo momento, dipende dall’età, dalla fase del ciclo di vita in cui ci troviamo e dalle condizioni sociali/culturali ed economiche delle persone; ogni valutazione richiede quindi un approccio più che mai soggettivo, ma dalla mia esperienza il narcisista patologico adulto ha la sua massima espressione (positiva o negativa che sia) tra i 30 e i 60 anni.
Gli/le overt rischiano di arrivare a 50 anni con un infarto, una denuncia, un accertamento fiscale o qualche divorzio sulle spalle, i covert rischiano la crisi a 30/40/50 anni (dipende dal grado di maturità) perché stanno ancora decidendo cosa faranno da grandi, chi sono realmente rispetto al “mondo cattivo” in un circolo vizioso amletico-depressivo perenne, ma tutti sono estremamente arrabbiati e terrorizzati per il fatto di dover crescere, sperimentando quindi impotenza, vulnerabilità e fragilità.
Non che successivamente queste persone migliorino, ma variano la modalità attraverso la quale “succhiano” dagli altri pur di non crescere, perché non accettano il tempo che passa; loro vorrebbero (e si comportano cosi fino a 100 anni) essere fermi ad una determinata età, che sentono in linea con la loro voglia di sperimentarsi, vivere senza regole e confini, costruire, sognare di essere etc.…

la condanna del narcisista patologico_dottoressa silvia michelini

Che male c’è a restare sempre giovani?
Nulla se noi utilizziamo il buono di questa affermazione; se per “restare giovani” intendiamo mantenere un’intelligenza viva, continuare ad apprendere a crescere ad ogni età, scegliere la libertà di pensiero senza attenersi a schemi precostituiti in una forma di ribellione culturale interiore è certamente una forma di narcisismo sano, se invece intendiamo restare adolescenti provocatori o pigre e annoiate principesse, fuggendo da ogni tipo di responsabilità e forma di impegno nelle relazioni e nel lavoro incolpando gli altri, beh allora, siamo di fronte a un narcisismo rigido e infantile.

Ciò che voi non sapete però è che i narcisisti non sono felici, non possono esserlo e non lo saranno mai realmente se non si occupano della loro personalità e scelgono di “abbassare la cresta” e farsi aiutare, perseverando nel tempo con la terapia e l’impegno che essa implica.
I narcisisti vivono perché succhiano energie dagli altri o dalle esperienze (un nuovo lavoro, una fidanzata, il sesso, la novità).
Si tratta di una forma di “obesità/bulimia psichica”, nella quale i NP sono condannati compulsivamente all’eterna ricerca di energia all’esterno di sé stessi.

narcisista patologico

Questa energia viene depositata in un cestino bucato, per cui mentre voi mettete energia sulla base di una provocazione, di una manipolazione o di un gioco in cui siete rimasti/e intrappolati/e, questa si disperde automaticamente.
Questa energia serve al/alla narcisista per confermare a sé stesso/ sé stessa che il suo Io/Ego non è fragile, non è vulnerabile. Che lui/lei è nel giusto e che non sta sbagliando.
I narcisisti non possono fermarsi o rilassarsi mai perché devono ottenere feedback positivi su sé stessi (io li chiamo egopunti).
Molto spesso sono anche insensibili, non riescono a godersi il presente o ciò che hanno, perché non sentono…sono desensibilizzati, spesso per forme post-traumatiche, altre volte per livelli differenti di psicopatia. (alessitimia e/o assenza di empatia).
Ecco perché se voi ne uscite, potete farcela, dopo un periodo duro a tornare a sentire e a vivere, mentre loro restano vittime di sé stessi e del loro vuoto perenne.

“Perdonare” significa distaccarsi anche dal desiderio di lottare, maturando una sana compassione intesa non come “pena”, ma comprensione del dolore altrui con il dovuto distacco dalla propria rabbia e desiderio di vendetta.

Dott.ssa Silvia Michelini