VITTIME DI MADRE NARCISISTA
Sintomi della ferita narcisistica materna nella figlia femmina
Questo articolo è dedicato a me stessa
Scritto ascoltando EXIT MUSIC (Radiohead)
Cosa accade a chi non può fidarsi di sua madre?
Quanta responsabilità hanno le madri sullo sviluppo dell’autostima femminile e sulla loro capacità futura di stringere relazioni affettive sane?
Si è parlato tanto delle madri narcisiste, delle loro caratteristiche, di come riconoscerle e del loro modus operandi, ma poco della ferita che la relazione con queste madri causa nei figli, in particolare nella figlia femmina.
Nella vita adulta, molte di queste figlie si trovano infatti a fare i conti con l’impossibilità di individuarsi, ossia sviluppare una propria identità femminile distaccata dal materno.
La madre narcisista è innanzitutto una presenza ambivalente, ambigua, ingombrante ed intrusiva.
È ambivalente perché da un lato seduce ed illude la figlia femmina proiettando su di lei gli aspetti idealizzati del suo ego ipertrofico (tu sarai questo o quello, quello che non sono riuscita io) … , ma dall’altro quando la figlia inizia a realizzarlo, si scatena in lei un’ira funesta, un’ombra nefasta di inconscia invidia e ansia di controllo.
Come nel film Rapunzel, la madre narcisista maligna inizia a convincere la figlia “che senza di lei il potere dell’indipendenza sparirebbe”, che “se uscisse dal castello verrebbe annientata dai pericoli e per questo sopprime ogni suo tentativo di vitalità ed esplorazione”; in realtà è proprio la madre che sparirebbe senza il potere e l’energia della figlia e realizzerebbe (guardandosi allo specchio), di non essere più “la più bella del reame”.
La madre narcisista è anche ambigua, seduce e manipola gli uomini mettendoli al centro e poi all’occasione, li svaluta, esprime opinioni negative su di essi in particolare su tutti quelli che osano avvicinarsi alla figlia, ma nel contempo paradossalmente potrebbe anche fare la civetta con loro.
Ciò accade perché l’obiettivo della madre narcisista non è essere coerente, ma mutare costantemente cosi come fa un serpente, per stare sempre al centro dell’attenzione.
Ogni strumento è buono, ogni azione conta in questa incessante lotta per emergere e la figlia è figlia solo se prende parte a questa “recita esternalizzata nella quale si deve seguire un copione ben definito.
Al di fuori del copione della madre narcisista, realizzato per creare una maschera sociale di perfezione, la figlia diventa un oggetto, una persona qualsiasi da cui difendersi, da annientare, usare, strumentalizzare e dominare.
Un buon esempio è rappresentato anche dalla figura della strega di Biancaneve “Grimilde”.
Questa donna ha sposato il padre di Biancaneve per interesse, non lo ama e considera Biancaneve una minaccia perché ella crescendo diventa sempre più bella e soprattutto più bella di lei.
Non le invidia solo la bellezza, ma quel potere di cui parlavamo e cioè “la purezza d’animo”, “i talenti” e le capacità empatiche.
Alla lunga i suoi incantesimi e le sue manipolazioni si sgretolano, il padre la lascia e Biancaneve può iniziare a vivere libera.
Il paradosso del narcisismo è la ridicola e penosa convinzione di essere onnipotente, che con l’età assume delle sfumature a dir poco pericolose per loro e per chi gli sta accanto.
La madre narcisista è intrusiva e ingombrante perché il suo stile educativo si basa sul controllo in assenza di empatia, tecnicamente “controllo privo di affetto” e sulla totale invisibilità della figlia.
Per questo motivo ciò che si aspetta una madre narcisista è la totale abnegazione della figlia, la costante dipendenza da lei e la possibilità di poterla criticare e giudicare a suo piacimento, spesso proprio sulla base della dipendenza che lei stessa crea.
La madre narcisista ad esempio, fa regali non richiesti per poi rinfacciarvi di non averne fatto l’uso giusto e di essere “figli ingrati o indegni”.
Se ci sono fratelli o sorelle ad ognuno sarà assegnato un ruolo nel film della madre narcisista; questi ruoli sono funzionali a mantenere lei come protagonista indiscussa del suo dramma eroico.
I “maschi” saranno sempre preferiti e riceveranno un trattamento di favore rispetto alle “femmine”, che verranno esortate ad imparare come si “gestisce un maschio”.
Le madri narcisiste anche quelle che si millantano indipendenti sono spesso misogine e maschiliste perché hanno introiettato il patriarcato ovvero il fallo che tanto temono e che invidiano, mentre restano in conflitto con la femminilità.
Il moto del narcisista è “dividi e impera”: per questo una madre narcisista parlerà male di te a tua/o sorella/fratello e viceversa, senza mai però “unire queste tracce narrative”, senza mai ammetterlo o tentare di riparare e per questo la relazione con una madre narcisista è in primis, un circolo vizioso, un susseguirsi imprevedibile, confuso ed incessante di “ROTTURE PRIVE DI RIPARAZIONI”.
Una madre narcisista non deve mai, non chiede scusa e non abbassa mai la testa se non per fingere, manipolare e mostrarsi come una vittima dalle celate sembianze di un mostro a più teste.
In tal modo, voi diventerete i topolini che corrono su una ruota nel tentativo di avere l’approvazione e la soddisfazione di questa madre, sempre contrita, sempre contrariata col mondo, sempre narrata quale vittima incontrastata di qualche ingiustizia per la quale VOI DOVETE PAGARE, dato che lei nonostante tutto VI HA DATO LA VITA… quella fottuta vita per cui avete iniziato a sentirvi in costante colpa dal primo vagito e parliamoci chiaro è proprio evidente che gli è pesato darvela e che non hanno fatto i conti con il loro conflitto interiore materno.
A loro volta potrebbe trattarsi di vittime di narcisismo, vi sono aspetti di grande compassione e tenerezza per queste persone, ma queste madri si sono identificate con l’aggressore. E questo con l’età diventa una scelta non più un comportamento da giustificare in nome di traumi pregressi, traumi che valgono infatti solo per la madre, mentre quelli degli altri (che subiscono o che lei stessa crea) non contano nulla.
Voi non avete colpa per le ferite di vostra madre e non è vostro compito ripararle.
La minimizzazione del vostro vissuto rispetto al suo sarà l’arma con cui suggeranno la vostra energia e lo faranno istigandovi costantemente a sentirvi in colpa o inadeguate.
“Sarò mai come mia madre vuole che sia?”
No, mai. Qualsiasi cosa facciate non raggiungerete mai il suo cuore, perché la costante insoddisfazione su di voi è il mezzo con cui non vi fanno capire che quelle bisognose, frustrate, arrabbiate, ferite, inadeguate sono loro.
La rigidità educativa di una madre narcisista non conosce limiti, il suo obiettivo è sfoggiare i figli all’esterno per vantarsi delle sue capacità genitoriali eccelse rispetto agli altri, ma dentro le 4 mura il suo obiettivo è solo quello di desensibilizzare i figli/la figlia nel provare emozioni o nel condividerle.
La soppressione emotiva è uno dei danni più grandi che una madre narcisista fa alla figlia, perché negandole questa intersoggettività la abituerà col tempo a desensibilizzarsi, a dissociarsi, non percependo più come un pericolo coloro che oggi la accarezzano e domani la picchiano.
Le madri narcisiste educano alla dipendenza affettiva e all’ambivalenza emotiva, vi insegnano che bisogna mantenere segreti in casa, vi esortano ad aiutarle coinvolgendovi in drammi o battaglie personali in cui siete chiamate a prendere le loro parti e poi magari, negano di averlo chiesto davanti agli altri asserendo che “va tutto bene”, che voi siete eccessive e che loro non vi avevano chiesto nulla oppure le vedrete uscire con coloro che odiavano e verso i quali vi hanno costretto a prendere posizione quando gli occorreva.
Loro non possono essere vulnerabili e se lo sono, lo fanno valere come arma di manipolazione.
Ho personalmente lavorato con figlie di madri che hanno proseguito a frequentare uomini che avevano tentato di abusare delle figlie in modo più o meno palese, adducendo che la colpa sia stata loro o che “esageravano” dato che quell’uomo aveva solo fatto battute/scherzava è stato “frainteso” …
Molte di queste madri hanno subito abusi a loro volta, ma preferiscono minimizzare e negare che accada a qualcun altro pur di non affrontare quei mostri?
I panni sporchi si lavano in casa ed è per questo, che da adulte, se vostro marito vi tratterà male, voi farete finta che vada tutto bene e lotterete con tutte le forze per far funzionare il legame, perché siete abituate a dover fare cosi con vostra madre, a rendervi invisibili come fluidi che si adattano al corpo materno, siete abituate a sottomettervi a una figura di riferimento ambigua e confondente, che si sente superiore e che si vittimizza costantemente incolpando sempre voi asserendo di farlo “per il vostro bene”.
È qui che imparate che l’amore è possesso, manipolazione, controllo, dipendenza e che soprattutto “l’amore si paga” perché voi non lo meritate.
Queste donne sono “contro-natura”, ma non contro natura perché mancanti di istinto materno (questo può capitare e se ne siamo consapevoli possiamo accettarlo e vivere in armonia con noi stesse e con i nostri figli), sono contro-natura perché disumane, amene alle più normali reazioni che ci si aspetterebbe da un essere umano (vale anche per il padre/gli uomini narcisisti); le madri narcisiste sono le massime esperte nel sopprimere l’identità e nel boicottare qualsiasi tentativo di indipendenza delle figlie e per questo sono da considerarsi (chiaramente ad un livello di gravità che va da medio-alto ad alto/altissimo) come madri pericolose.
Non proteggono, non si prendono cura, non vedono l’altro e non lo ammettono per cui non delegano neanche a qualcun altro questi compiti.
Come nonne, oltre al fatto che faranno fatica a sentirsi chiamare nonne… cercheranno di sostituirsi alla madre, così da avere “due figlie”, una maggiore e una minore, nella cui dinamica la minore “nipote” viene idealizzata e diventa il suo “progetto di riabilitazione materna”.
Alla nipote o al nipote, darà “tutto quello che non è riuscita a dare a voi” e questo potrebbe sembrare un tentativo di maturazione, ma questa illusione svanisce quando vi accorgerete che a voi riserveranno sempre lo stesso trattamento di svalutazione e critica.
I nipoti verranno triangolati, la vostra genitorialità messa sempre in discussione e criticata e loro saranno sempre “coloro che sapranno fare meglio, soprattutto da un punto di vista economico o delle scelte sul futuro del nipote.
Si metteranno anche in competizione con nuore e generi, che dapprima costituiscono minacce al suo potere a all’occasione potrebbero rappresentare ottimi strumenti per farlo valere.
…” Alcune madri fanno fatica ad accettare la trasformazione della figlia in una donna autonoma con aspirazioni personali e una propria vita sentimentale e sessuale. Infatti, colgono ogni occasione per criticarla e per sottolinearne limiti e difetti. Inoltre, adottano comportamenti seduttivi nei confronti dei corteggiatori della figlia oppure li svalutano” (Oliverio Ferraris, 2017).
La madre narcisista non ha regole morali, non vi protegge e sceglie quasi sempre l’uomo che ella stessa critica e giudica “usurpatore”, perché alla fine non è altro che una bambina invidiosa che vuole essere la preferita del re.
La loro indipendenza infatti è spesso solo economica, la loro solitudine un isolamento cinico, mai una scelta e pertanto questa forza ostentata, queste vite eroiche nascondono una dinamica di “contro-dipendenza”, sono cioè dipendenti affettive che negano di esserlo o che sfruttano la loro sottomissione e abnegazione per i figli definendola una scelta, che tale però non è….
Le madri narcisiste covert maligne invidiano le figlie perché si permettono di fare la vita che lei non ha potuto o voluto fare.
I sentimenti che alla lunga scaturiscono nelle figlie sono la paura, l’insicurezza, ma soprattutto la vergogna.
Queste bambine si immobilizzano e si convincono di “non valere abbastanza per essere amate”, o di dover “essere punite perché stando al mondo hanno rovinato la vita della madre essendo il frutto di un seme malato”, ma soprattutto di non valere abbastanza affinché la madre possa risolvere i conflitti interni alla sua maternità, alla dinamica di amore-odio che suscita.
Le madri narcisiste procreano infatti per i motivi più disparati tranne quello primario di voler generare un individuo a sé stante, amarlo crescerlo e renderlo indipendente.
I figli che crescono sono percepiti come ostacoli alla sua libertà, come “oltraggio alla corte” e per questo è naturale che “essendo vostra madre voi dovete asservirla a vita, anche se loro spesso non hanno fatto altrettanto con le loro di madri”.
I padri sono sempre “inetti inutili” oppure “mostri” e a volte lo sono davvero, ma il comportamento di vostra madre a tal riguardo non è coerente con ciò che dice.
Può svalutare il marito ma restarci insieme per sempre tradendolo oppure lo lascia ma a quel punto voi dovete pagare per questo, diventando il suo “investimento proficuo” sostituendo sua madre e anche suo marito.
Ecco quindi alcuni sintomi della ferita narcisistica materna in cui spero NON vi riconosciate.
- Non ti senti degna di essere amata e fai in modo di compiacere tutti affinché non ti giudichino o non ti lascino.
- Hai paura che le persone che ami possano TRASFORMARSI e improvvisamente cambiare faccia diventando critiche, giudicanti o abbandoniche.
- Vivi in costante dissonanza cognitiva perché la figura idealizzata della madre, colei che nutre e protegge, per te rappresenta invece un pericolo e nessuno ti crede anzi tutti ti biasimeranno per avere l’esigenza di allontanarti da lei.
- Il tuo stile di pensiero è un pensiero “dicotomico”, perché sei abituata a dover separare nettamente parti buone e cattive delle persone, permettendoti di vivere solo in quelle buone e dissociandoti emotivamente quando ci sono i periodi “no”.
- Ricerchi spesso l’approvazione di figure di riferimento che percepisci come valide e migliori di te comportandoti come una sorta di fan o di groupie.
- Hai un concetto del maschile ambivalente, va cercato va sedotto, ma va percepito come pericoloso, usurpante e limitante, per questo collezioni solo relazioni disfunzionali che non portano a nulla oppure hai sposato qualcuno che è praticamente uguale a tua madre/padre.
- Sei vittima di amicizie tossiche nelle quali si ripresenta la dinamica che vivi con tua madre o col genitore narcisista.
- Tendi ad essere iper-indipendente o totalmente dipendente non riuscendo a trovare una quadra tra i poli opposti “appartenenza-individuazione”
- Tendi ad auto-sabotarti ad avere la sindrome dell’impostore a non sentirti all’altezza dei ruoli che ricopri anche se hai i titoli e le competenze e i riconoscimenti esterni
- Sei iper perfezionista o totalmente il contrario ossia non riesci a essere costante in nulla, hai un equilibrio labile nell’autostima e nella capacità di regolare le tue energie e la motivazione.
- Hai paura di raggiungere dei traguardi come se poi” dovesse accadere qualcosa di brutto”
- Hai paura di non riuscire a fare la madre, di non essere capace perché ti senti costantemente piccola o debole e hai paura “di poter diventare lei”.
- Non vuoi aiuto da nessuno anche se dentro senti che ne avresti bisogno in ogni occasione oppure senti di averne bisogno anche in situazioni dove palesemente puoi farcela da sola.
- Hai un rapporto difficoltoso con il cibo, il peso o l’immagine corporea
- Non hai un buon rapporto con la fiducia: ti fidi troppo e subito o per niente.
- Soffri di malattie croniche legate alla mancanza di serotonina o al metabolismo esempio fibromialgia o insulino-resistenza.
- Sei considerata una persona introversa oppure iper-sensibile.
- Hai delle dipendenze
- Vivi in costante modalità post-traumatica presenti cioè tutti i segni della cosiddetta sindrome post- traumatica cronica a livello relazionale: esempio strategie difensive di evitamento, freezing o di attacco fuga o di compiacimento degli altri.
Dottoressa Silvia Michelini
Complimenti davvero Dottoressa. Sembra la storia della vita di mia moglie. La madre di mia moglie è infatti una narcisista covert patologica e purtroppo con mia moglie (lei è figlia unica) stiamo affrontando, con l’aiuto di una psicologa, un percorso di liberazione ed emancipazione, più che dalla madre (quella fase è già avvenuta perchè è da marzo che non si parlano e non si vedono), direi più da molti dei sintomi da ferita narcisistica materna che ahilei l’affliggono. Mia moglie ha 33 anni, io 43. La madre ed il padre di mia moglie entrambi 53. Con mia moglie ci conosciamo da due anni e a settembre di quest’anno ci siamo sposati. Ma da marzo, dopo l’ennesima lite tra mia moglie e sua madre, sfociata con un “Ho deciso: il matrimonio ve lo pagate voi!” mia moglie ed io abbiamo deciso di accettare la sua provocazione/proposta e di attuare la strategia del no contact. Da lì in poi è cominciato l’inferno: l’ira funesta della madre narcisista smascherata ed abbandonata dalla figlia si è scatenata su tutto ciò che ci riguarda e su tutti quelli che ci sono vicini. Nell’ordine: mia moglie ha perso il lavoro (lavorava col padre che, convinto dalla moglie, l’ha costretta alle dimissioni), abbiamo dovuto organizzarci e pagarci il matrimonio da soli (pur essendo i suoi sono molto benestanti). Le ha tolto, minacciandoli e portandoli dalla sua parte, la possibilità di vedere i nonni materni (con la quale mia moglie è cresciuta), ha minacciato gli zii (lo zio è socio del padre) che se fossero venuti al matrimonio li avrebbe(ro) rovinati. E da ultimo non sono venuti al matrimonio definito dalla madre dapprima un funerale a cui loro non avrebbero preso parte, per poi chiederle, ad una settimana dalle nozze, “ma se ricominciamo da zero e veniamo al matrimonio???”. Io sono forte e me ne frego, capisco la patologia della madre e come tale la considero, sono sempre stato libero ed indipendente e voglio continuare ad esserlo. Ma il problema è che la situazione psicologica di mia moglie non migliora, anzi. E’ come se l’assenza totale di rapporti con la madre ne enfatizzasse la presenza. La odia, non la vede e non la sente da mesi ma è nei suoi pensieri, l’ha talmente manipolata negli anni da condizionarle l’esistenza anche senza esserci. E’ fisicamente libera ma mentalmente condizionata/vincolata. Ma la cosa peggiore è che è infelice. Io vorrei soltanto vederla felice e libera. La mia domanda è: ha fatto bene a troncare i rapporti e a rivolgersi ad una psicologa? E’ (e dunque siamo) sulla strada giusta?
Grazie mille e buon lavoro.
PS.: non ho citato il padre di mia moglie perchè è totalmente succube della moglie, la sua figura in questa vicenda è semplicemente quella di emissario/sparring partner della moglie malata. Lei decide e comanda e lui esegue.
Un amico mi ha inviato un suo scritto ben sapendo che ci avrei ritrovato tanto della mia storia, figlia appunto di madre narcisista, anche se non l’avevo mai definita in questo modo. Ho 71 anni ma non si finisce mai di aggiungere tasselli di lettura e comprensione di vicende di vita così particolari e per le quali non mi ero ancora imbattuta in una precisa definizione. Sono molto contenta di poterla leggere, è consolatorio ritrovarsi nei suoi scritti, vuol dire essere riconosciute e trovo che sia importante. Grazie, Daniela Cristini
Gentile dottoressa,
non avevo mai letto niente di più specifico e azzeccato, come se lei avesse visto lo stesso film nel quale sono stata costretta a recitare. Non siamo sole, qualcuno ci può comprendere nel profondo, è un grande sollievo.
Figlia di madre narcisista covert, nel ruolo di pecora nera, ho praticato il “no contact” molti anni fa, quando ancora non sapevo esistesse. L’ho fatto d’istinto, contro il parere di tutti, trovandomi a lottare contro il tabù della madre cattiva.
Ma è come se mi fosse rimasto sulla fronte un display dove scorre la scritta: “Preziosa fonte di approvvigionamento narcisistico! Approfittatene!”. Da qui, una serie di bisogni dichiarati e non riconosciuti, di confini posti e non veduti, di “no” urlati e non uditi, di inevitabili altri “no contact”. Di nuove ferite e nuove cicatrici.
Ho assistito con stupore a persone apparentemente adulte che, di fronte a un rifiuto o a un semplice ritrarsi, si trasformano in bambinetti arroganti, rabbiosi e dispettosi, che pretendono, con grande senso di diritto, che vorrebbero essere nutriti, accuditi, considerati, ma senza passare dalla relazione.
Il processo, una volta avviato, è irreversibile e corre su di un binario rigido, un binario morto. Il meccanismo di difesa che porta ribellarsi e a interrompere il rapporto, qualsiasi sia la sua natura, non è sufficiente a evitare le ferite, si è comunque esposti. L’empatia e la forza sono solo cicatrici di ferite profonde e chi se ne serve per soddisfare i propri bisogni non fa che perpetuare l’abuso e la sofferenza. Bisogna prevenire, proteggersi, ma non sono ancora sicura di avere trovato la chiave per farlo.
Grazie per il suo prezioso contributo!
Hai ragione, vedo anche io persone adulte che al minimo no si trasformano . Ci sono troppe persone così, per mia esperienza personale più donne. Nella famiglia nel lavoro ecc vedo che certe donne hanno molte maschere, ma non sono mature sono bambine che si abbassano a sbattere i piedi alla prima cosa brutta che secondo loro fai. Non si può che dedurre una cosa, cioè che negli ultimi anni si è sbagliata l educazione ai figli , che c è un aumento di infantilismo di narcisismo di immaturità a livelli esasperanti. Difficile è trovare una persona introspettiva elastica nel pensare non attaccata a stereotipi …che viva e viva bene…non c’è ne sono e se si è merce rara.