Quando i narcisisti sono due: la collusione narcisistica nella coppia
Scritto ascoltando NEXT (Emily Rubye).
In ambito di narcisismo, si tende sempre a parlare di vittime e carnefici assoluti, di narcisisti e co-dipendenti, identificati sempre come vittime.
- E se questa dicotomia costituisse una limitazione per la comprensione del narcisismo?
- Che succede quando non capiamo più chi è la vittima e chi il carnefice in una coppia?
- Quanti tipi di narcisismo esistono? Qual è il legame che instaurano due narcisisti?
Il narcisismo in sé stesso, se non maligno o perverso ( e non è questo il caso dell’articolo), è una corazza… che (in alcuni casi), in base a come viviamo le esperienze di vita successive ai traumi infantili da cui spesso origina e dalle nostre capacità intellettive e di resilienza, può cadere sotto gli urti della vita.
Quel che accade dopo dipende da quanta paura avevamo di conoscere realmente l’altro e noi stessi.
Il narcisismo è una potente corazza difensiva, che protegge dalla vergogna, dalla paura di guardarsi allo specchio e allora perché non cercare un partner che ci rimandi sempre un’immagine positiva e gratificante di noi stessi oppure inferiore a noi, che funga da elemento complementare alle nostre carenze?
Ecco che ci si innamora non tanto dell’altro, che spesso neanche arriviamo a conoscere realmente in anni di relazione, ma della FUNZIONE DI SPECCHIO che svolge per noi.
Come sappiamo narciso è morto innamorandosi della sua immagine riflessa nell’acqua, distratto totalmente da se stesso e punito dagli Dei, perché avendo ricevuto il dono della bellezza e della giovinezza l’ha sprecata ignorando totalmente che avrebbe potuto dare ascolto ad Eco, una ninfa innamorata e devota, che imperterrita ha proseguito a richiedere le sue attenzioni fino a lasciarsi morire.
https://www.riflessioni.it/miti-leggende-fiabe/leggenda-eco-narciso.htm
La dinamica della coppia afflitta da un conflitto narcisistico è: quanto sto rinunciando a me stesso per l’altro………. fino a che punto è possibile rimanere sé stessi se amo l’altro? Quanto l’autonomia del partner è un valore aggiunto o qualcosa che mette a rischio la mia libertà?
Ovvero posso amare un altro accettandone la diversità o devo necessariamente riferirlo a me stesso, inglobarlo nel mio Io e considerarlo un oggetto, una mera estensione di me stesso?
L’identità dei narcisisti è un’identità DIFFUSA, per questo, in una coppia in cui ci si specchia nella stessa problematica, alla lunga si ha l’impressione di non capire più “dove finisce l’altro e dove cominci tu”.
I narcisisti si vergognano, perché vorrebbero amare ed essere amati in modo totalizzante, fusionale e simbiotico, ma avvertono come minaccia anche la minima imperfezione a questo idillio, ritirandosi presto nella loro corazza protettiva, che è fatta di cinismo, ingratitudine, freddezza, vergogna, repressione e paura.
Nell’illusione di una fusione totale i narcisisti riescono ad aprirsi brevemente all’altro solo se questo/a si comporta in modo da soddisfare le sue alte aspettative e ideali e cioè solo se funziona da specchio.
L’esame di realtà tuttavia, arriva presto.
Nessun essere umano, neanche il più perfezionista e altrettanto narcisista può incarnare un ideale per lungo tempo, anche perché questo ideale rappresenta per Narciso, il fermo immagine delle prime fasi di relazione in cui ci si alimenta di proiezioni, idealizzazioni e sogni.
Narciso vorrebbe che la sua ballerina nel carillon, avesse sempre la stessa età, suonasse sempre la stessa canzone, che fosse possibile azionarla e spegnerla quando vuole oppure riporla in un cassetto, quale abile collezionista, mentre si muove alla ricerca esterna di nuovi stimoli, che tuttavia non lo soddisfano, perché l’idealizzazione è breve e rapidamente lascia spazio al vuoto, alla noia, ai difetti dell’altro e all’insoddisfazione cronica.
Un partner, un gioco, un amico, uno sport, un progetto, un figlio… cambia poco.
La speranza di fusione totale è destinata sempre e comunque a fallire, per questo, il loro atteggiamento verso l’umanità è spesso caratterizzato da rassegnazione, amarezza, cinismo e fantasie di vendetta.
CON ME O SENZA DI ME! Non esiste alcuna mediazione.
L’altro esiste in me e quindi perché non dovrebbe condividere i miei stessi sentimenti, pensieri, idee o fantasie?
I narcisisti vogliono che resti tutto così, intatto, perfetto e per questo sono disposti a mentire, a farsi del male, pur di non turbare questa visione o al contrario, si schermano dietro un atteggiamento contro-dipendente, facendo vedere che non hanno interesse nei legami.
La totale fusione con l’altro viene sognata, immaginata e costruita, ma di fatto spaventa perché implica anche arrendersi ad una totale dipendenza.
I narcisisti si sentono spaventati dalla dipendenza, ma la cercano… per breve tempo, poi scappano perché QUALCOSA È ANDATO STORTO.
L’altro si sentirà sempre sotto pressione, impaurito/a di essere abbandonato/a e in colpa anche solo perché respira.
L’impressione che i due partner avranno a vicenda è quella di voler arrivare all’altro ma non riuscire mai a raggiungerlo, perché…. (aggiungete un dettaglio a piacere, tanto uno vale l’altro, anche il buco dell’ozono e voi arriverete anche a quello, ma tanto non servirà).
Il legame rappresenta una minaccia e viene presto attaccato in modo diretto (lamentele, prediche, fughe, attacchi verbali sull’imperfezione o le mancanze dell’altro) oppure passivo (desessualizzazione, indifferenza, silenzio, malumore, disattenzione per l’emotività o la vita interiore dell’altro).
Il partner non esiste più e se esiste infastidisce, per cui va rimesso al suo posto o liquidato con poco, con arroganza, velato sdegno, disprezzo o con assoluta mancanza di empatia.
La convivenza diventa il prezzo da pagare per mantenere questo stato fusionale, questo rapporto “accessorio”, ma di base tutto diventa un obbligo, un compito pesante, una quotidianità noiosa da cui evadere.
I narcisisti sanno dissociarsi anche dai loro sentimenti, perché qualcuno li ha feriti e sono statue fisse e ridicole di bambini soli, abbandonati, abusati, invisibili, impauriti e arrabbiati; per questo oggi, vogliono vendicarsi dei traumi del passato, lasciando gli altri, facendo loro del male, ignorandoli o ferendoli così come i loro genitori hanno fatto con loro.
Chi è narciso e chi è Eco?
I narcisisti (uomini e donne) sono egoisti, infantili immaturi ed egocentrici, i loro partner tipici sono altruisti, masochisti e proiettano il loro SE’ ideale sull’altro.
Eco (al maschile non vi è corrispondenza) è disposta a darsi totalmente senza nulla pretendere per sé; è apparentemente alle sue dipendenze e si mostra disponibile a idealizzarlo.
Quindi per un/una narcisista chiudere una relazione è doloroso, ma più semplice perché dopo un periodo di intenso lutto, deve solo rimpiazzare lo specchio rotto e qualora volesse dato che è suo, può riprenderselo quando vuole.
I narcisisti negano di fatto la separazione e potrebbero anche tornare, perché la loro arroganza li porta a credere che l’altro stia sempre lì (come Eco) ad attenderlo/a o che sia facile ripescarlo.
E quando si accorge che lo specchio è rotto, si arrabbia e protesta molto ferocemente ricorrendo a qualsiasi arma di seduzione o manipolatoria per riottenerlo.
Per il partner complementare la faccenda è più difficile perché con l’altro, perde una parte della sua identità, quella idealizzata e proiettata sull’altro e dopo anni dalla separazione prosegue a restare ancorato/a all’immagine idealizzata del/ della narcisista e fa molta fatica a ritrovare la serenità.
Buongiorno articolo molto interessante ma, mi scusi, mi sorgono delle domande, se vorrà togliermi dei dubbi. Faccio l’avvocato del diavolo. Da quello che ho capito ,il narcisista non ha viste riconosciute le sue necessità emotive dalle figure principali ed essenziali,penso allora ,che sia conseguenziale che si sia costruito una corazza, e senta un vuoto. Chi non si sentirebbe solo? Qualsiasi brutta esperienza lascia diffidenza, se poi, la delusione ha origine nelle figure genitoriali,quindi, sarà peggio. A seguito di tale enorme delusione,come si fa a fidarsi in una relazione , di chi dice di amarci? Perché questo atteggiamento è ritenuto narcisistico, se fin da piccolo ha dovuto prendersi cura di se stesso ,visto che non c’era nessuno a pensarci ?
Ma quello che non capisco è questo,e mi perdoni la premessa: in qualsiasi rapporto tendenzialmente non si ha simpatia e partecipazione per le persone succubi, e questo è stato dimostrato nell’ormai classica ricerca del 1966 degli psicologi americani Melvin Lerner e Carolyn Simmons, da qui, altre ricerche hanno dimostrato la tendenza umana, ad avere poca empatia , se non deumanizzazione verso i deboli e gli oppressi. Ora, la dipendente affettiva , da quanto letto ,si pone a subire umiliazioni e prevaricazioni ,che la portano di fatto ,a deumanizzarsi, per cui, non è forse vero che è lei stessa che provoca il suo scarto, lo scarto del narcisista non diventa allora,conseguenziale a tali atteggiamenti? Il narcisista la mette alla prova per la mancanza di fiducia in qualsiasi rapporto affettivo,visto i deludenti pregressi genitoriali, ma un atteggiamento vittimistico , visto le ricerche sopra, è fastidioso in generale , a quanto pare. Perché allora viene vista la crudeltà del narcisista , se generalmente, a nessuno piace avere a che fare con persone deboli? Mi sembra una contraddizione. La rabbia narcisistica ,non diventa forse conseguenziale,visto l’investimento amoroso e le aspettative riposte, se anche la persona amata delude, come e quanto le figure genitoriali, dimostrandosi ugualmente inaffidabile, risvegliando ,quindi, lo stesso senso di solitudine ? Ringrazio per l’attenzione ,cordiali saluti.
Molto riflwssovo questo commento !!!!!
Perché lo stato di inferiorità della dipendente affettiva è anche indotto dal narcisista. Una persona con tendenza alla dipendenza affettiva non è detto che sia succube e dipendente in ogni tipo di relazione.