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NARCISISMO E COMUNICAZIONE “SCHIZOFRENICA”: LA TEORIA DEL DOPPIO LEGAME

Quante volte vi siete sentiti dire da un narcisista (genitore o partner che sia): hai capito male, tu vedi sempre il male dappertutto! Tu non stai bene, uno fa un gesto carino e tu lo ripaghi così’, io non ho detto nulla per causare questa reazione, “non era quello che volevo dire”.…

comunicazione schizofrenica

E invece voi avete la costante sensazione che la persona dica A e pensi B, che ci sia un sotteso passivo-aggressivo, una trappola, una comunicazione ambigua e PARADOSSALE: ad esempio vi sorridono e vi dicono che vogliono stare con voi ma voi avete la sensazione (dal loro comportamento non verbale) che vogliamo dirvi VI ODIO o distaccarsi e quando reagite, finalmente loro possono veramente odiarvi o motivare la loro resistenza, proiettando sentimenti ed intenzioni negative su di voi, perché in tal modo la colpa sarà vostra.

Il doppio legame indica una situazione in cui la comunicazione schizofrenica tra due individui, uniti da una relazione emotivamente rilevante, presenta una incongruenza tra il livello verbale (quello che viene detto a parole) e quello non verbale (gesti, atteggiamenti, tono di voce, ecc.), e la situazione sia tale per cui il ricevente del messaggio non abbia la possibilità di uscire fuori da questo schema stabilito dal messaggio, o metacomunicando o chiudendosi in sé stesso.

Come esempio Bateson riporta l’episodio della madre che dopo un lungo periodo rivede il figlio, ricoverato per disturbi mentali. Il figlio, in un gesto d’affetto, tenta di abbracciare la madre, la quale si irrigidisce; il figlio a questo punto si ritrae, al che la madre gli dice: Non devi aver paura ad esprimere i tuoi sentimenti: Sii spontaneo! A livello di comunicazione implicita (il gesto di irrigidimento) la madre esprime rifiuto per il gesto d’affetto del figlio, invece a livello di comunicazione esplicita (la frase detta in seguito), la madre nega di essere la responsabile dell’allontanamento, alludendo al fatto che il figlio si sia ritratto non perché intimorito dall’irrigidimento della madre, ma perché bloccato dai suoi stessi sentimenti; il figlio, colpevolizzato, si trova impossibilitato a rispondere. Rifacendosi ai suoi studi sui livelli di apprendimento, Bateson e il suo gruppo ipotizzano che nei contesti schizofrenogeni si possano riscontrare delle esposizioni croniche a situazioni familiari, con particolare riguardo alla madre, di doppio legame. Tale esposizione comporterebbe nel soggetto l’incapacità di valutare correttamente i legami tra comunicazione esplicita ed implicita adoperati dalle persone normali.

Ad esempio, la persona, posta di fronte a semplici domande quali: come stai oggi? cosa stai facendo? non riuscirebbe ad accettarle come domande prive di doppi fini non contraddittori. La sindrome schizofrenica diviene così un tentativo di fuga, di non comunicazione in un contesto in cui ogni comunicazione è pericolosa.
(Wikipedia)

schizofrenica_legame

Ecco perché chi ha subito per lungo tempo l’abuso narcisistico da parte dei genitori/parenti o di un partner viene spesso definito “paranoico”, “evitante”, “preoccupato”, “schivo”, costantemente in allerta o in dubbio rispetto alla valutazione del mondo esterno e alla sua potenziale pericolosità (o improvvisa virata verso la pericolosità nell’entrare in contatto con l’altro). Si tratta di difese traumatiche attivate da esperienze di relazione disfunzionali, violente e/o ambigue che hanno determinato l’instaurarsi di una sfiducia di fondo nelle relazioni oppure hanno “rotto” l’illusione che comunicare e/o entrare in contatto emotivo con l’altro possa costituire un’esperienza di incontro autentica e riparatrice. L’impotenza, il senso di “ingiustizia”, il “tradimento” percepito e il blocco emotivo
determinano una pesante scissione tra pensiero ed emozione che viene poi trasposta in schemi disfunzionali
ambivalenti verso altre figure di relazione potenzialmente abusanti.

Il trauma “si ripete” perché le persone preoccupate attirano altre persone ferite o preoccupate nel tentativo di disconfermare ma anche di superare e fronteggiare un trauma relazionale pregresso.

Dottoressa Silvia Michelini