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I narcisisti amano o no stare soli?
Il narcisismo può essere metaforicamente rappresentato da un conflitto tra sicurezza e libertà ovvero tra il riconoscimento delle proprie necessità affettive e quelle di individuazione; il narcisismo è associato in primis all’evitamento e all’ambivalenza affettiva.
I narcisisti si vergognano della vulnerabilità propria e altrui, di manifestare le proprie debolezze e soprattutto delle loro esigenze affettive.
Si vergognano perché la vulnerabilità è “un fianco scoperto”, un canale di accesso alla possibile umiliazione o alla sofferenza derivante da un rifiuto e da un abuso, che si “poggia” su antiche ferite.
Sperimentare nuovamente il vuoto dell’abbandono e della solitudine farebbe loro rivivere esperienze relazionali/affettive precoci e potenzialmente traumatiche.
Chi ha bisogno degli altri, chi ama, chi si dedica agli altri è “fesso”, perché rischia di soffrire, di essere manipolato/abusato nuovamente cosi come accaduto in infanzia.

narcisismo e solitudine
Per i narcisisti infantili è diverso, anche se non ci sono traumi infantili evidenti, a causa di condotte educative genitoriali eccessivamente morbose, repressive, “infantilizzanti” o “iper-protettive” la loro maturazione “si arresta” ad un determinato stadio evolutivo (egocentrico/egosintonico/pre-morale) nel quale non è ancora possibile considerare l’altro degno di esistere se non quale incaricato a soddisfare tutti i suoi bisogni egoici.
L’onnipotenza infantile patologica è facilmente riscontrabile nella modalità asimmetrica con cui i narcisisti gestiscono le relazioni: loro dominano, loro possono, loro si permettono, a loro tutto è concesso e voi dovete porvi in una posizione di insubordinazione rispetto a vostra maestà il bambino; i narcisisti infantili semplicemente restano fermi all’illusione della perfezione, che debba esistere un genitore perfetto e onnipotente che tutto può e tutto riesce a risolvere senza necessità che il bambino ricambi. Non riesce ad integrare in questa visione la parte “fallimentare” o “impotente” del genitore e di conseguenza teme queste parti come fossero scisse dall’oggetto/persona “genitore”.
Partendo da aspettative così irrealistiche, restano facilmente delusi dagli altri e a quel punto si sentono autorizzati ad urlare, pestare i piedi, vendicarsi, tradire, scappare e “difendersi” da torti che tuttavia sono loro in primis a fare, al fine di non dover sperimentare l’impotenza o il rifiuto.
Per i narcisisti la vita si divide in “chi vince e chi perde”, sottomessi e dominanti; in infanzia si sono sentiti “sedotti e abbandonati”, cosi come oggi fanno sentire voi e sono molto “avari di cuore e di tasca”; per loro “dare” è veramente difficile se non in veste seduttiva, di finzione, manipolativa perché le risorse che posseggono sono veramente poche e per questo si “premoniscono” accumulando e necessitano pertanto di costante rifornimento narcisistico (da varie fonti: primarie e satellite).

I narcisisti per sopravvivere, hanno bisogno di ricevere ammirazione ed attenzioni costanti (sia positive che negative), perché in assenza di questo rifornimento (conferme esterne) morirebbero di fame; per questo motivo, la “solitudine” che tanto millantano e che utilizzano per punirvi (si isolano, scappano, fuggono, preferiscono fare cose da soli…) è ciò che più temono in assoluto.
Restare soli significherebbe anche fare i conti con sé stessi, guardarsi allo specchio, guardarsi dentro e loro non hanno le capacità (insight), sono insicuri e timorosi, sebbene si mostrino sempre invincibili e strafottenti.
Per un narcisista compiere un vero viaggio interiore sarebbe terrificante, perché dovrebbe avventurarsi nella desertificazione del suo mondo interiore e per questo “accumula persone ed oggetti” cosi come accumula beni in una dispensa, da utilizzare al momento opportuno per non sentirsi soli.
Piuttosto che stare fermi i narcisisti si sfiniscono di attività, in modo compulsivo per evitare di osservarsi vivere e/o rendersi conto di cosa realmente accade intorno.
I narcisisti sentono di avere valore solo se hanno potere sugli altri e per questo tutto il loro tempo è impiegato nel cercare di manipolare e controllare il prossimo a vari livelli (amicale, familiare, etc..).
A causa della loro costante esigenza di ammirazione e sostegno, i narcisisti sono sempre “in fissa per qualcosa”, il cui potere magico/nutritivo svanisce presto dopo una primissima fase di idealizzazione; sono sempre impegnati in una relazione affettiva ufficiale (fonte primaria) e in una o più relazioni segrete, ciò significa che spesso hanno un partner fisso e poi uno o più amanti, ex partner, amici definiti fonti satellite.


I narcisisti al contrario di come si presentano (sicuri di sé, indipendenti, distaccati etc..) hanno sempre bisogno del riconoscimento da parte degli altri e di sostegno emotivo o pratico, al fine di colmare la loro fragile autostima.
Per i narcisisti (anche quelli che si mostrano contro-dipendenti/evitanti iper-vigili) la solitudine è qualcosa di intollerabile, perché in solitudine si regredisce a stati emotivi primordiali connessi con la paura dell’abbandono e del rifiuto, dai quali loro cercano invece di dissociarsi concentrandosi sul controllo del mondo esterno quale illusione di onnipotenza (successi lavorativi, imprese sportive, gare, cause di interesse politico/sociale, conquiste amorose etc.).

Dottoressa Silvia Michelini