Esiti a breve e lungo termine della co-dipendenza in una relazione caratterizzata da abuso narcisistico.
A tutti è capitato di avere dei brevi flirt, avventure, amicizie e/o relazioni con persone che abbiamo percepito come “altamente negative”, disturbanti, “tossiche”, complicate o disfunzionali e ne siamo usciti, con difficoltà, sofferenti, ma di certo più maturi.
Dopo un periodo di lutto e di elaborazione, abbiamo ripreso in mano la nostra vita sociale e relazionale con maggiore consapevolezza di cosa vogliamo e di cosa non, ma soprattutto di chi siamo e delle nostre fragilità psicologiche e/o affettive.
Cosa accade però, se queste persone le sposiamo oppure sono i nostri genitori, parenti e quindi passiamo con loro molto tempo, spesso la maggior parte della vita?
Che cosa accade se invece di “assumere il narcisismo una sola volta o qualche volta/spot”, ci somministriamo ogni giorno una dose (più o meno alta) fino a non avere più il senso della realtà?
Perché riusciamo a tollerare di stare anni in situazioni di abuso narcisistico? Quali sono le nostre ferite, perché ci piace un partner sfuggente, egoista, infantile, arido, ambiguo, misterioso e/o inafferrabile?
Quale sfida stiamo affrontando? E se nel mentre non ci accorgessimo di perdere ogni giorno un pezzo? di perdere la forza, di indebolirci senza smettere di reiterare gli stessi comportamenti?
Che accade dopo anni di abuso narcisistico? Diventiamo come loro? Eravamo come loro? Siamo come loro?
Secondo la fondazione americana CPTSD Foundation (Foundation for Post-Traumatic Healing and Complex Trauma Research) la vita con un partner che soffre di una forte instabilità affettiva caratterizzata da un funzionamento borderline/psicotico/infantile (narcisista, borderline, istrionico/a, antisociale) è causa nella vittima dell’insorgenza di un disturbo post-traumatico da stress pari a quello dei reduci dei traumi di guerra e sintomi sono accomunabili a quelli di una disintossicazione da sostanze stupefacenti.
Il più delle volte la vittima si accorge di essere nella trappola di un/una narcisista patologico/a, dopo il matrimonio e in particolare dopo la nascita dei figli.
Questi eventi slatentizzano nei narcisisti degli schemi di assoluta rigidità verso il partner e inoltre essendo costretti a crescere vedranno nella moglie/marito, il/la responsabile di ogni loro fallimento umano o lavorativo intrappolandolo/a in un circolo vizioso di sparizioni, silenzi, ricatti affettivi, capricci, atti passivo-aggressivi, tesi ad attrarre l’attenzione e nel contempo a sbellicarsi dalle risate vedendovi tutti affannati a cercare di renderli felici.
All’improvviso siete i loro genitori, vi desessualizzano e prendono in famiglia il posto del figlio o la figlia maggiore, spesso triangolandovi contro anche i figli.
Se poi la faccenda si fa pesante in termini di responsabilità affettive o materiali, fuggiranno, spesso escogitando piani machiavellici per farsi lasciare e poi dire che avete fatto tutto da soli recitando l’uscita di scena da vere étoiles, ma soprattutto come vittime sacrificali.
Il più delle volte se l’intento che hanno con voi è quello di mettere su famiglia, saranno bravi/brave a mantenere una sorta di stabile recita per qualche tempo e si smascherano dopo… più avanti, quando ormai voi siete totalmente incastrati/e.
Tra l’altro questi figli che tanto desiderano (donne o uomini che siano) vanno bene finché sono bambolotti succosi che li/le idolatrano, dopo diventano pesanti e ogni singolo difetto avranno, sarà colpa del fatto che non sapete educarli… voi… perché loro nel frattempo hanno di meglio da fare.
I tempi entro i quali un/una narcisista si rivela quindi, possono variare in base all’ età, ai contesti e delle aspettative che hanno su di voi.
Le valutazioni che generalmente fanno è quanto voi siete disposti/e a sacrificarvi per amore, quali sono i vostri “valori”, valori che millanteranno avere, ma che di base useranno come bastone per percuotervi in modo alternato a qualche carota e allenarvi ad obbedire.
La prima reazione che avrete dopo anni di assoluta dedizione a qualcuno che di base sputa nel piatto dove mangia e si disinteressa totalmente di voi e di ogni responsabilità adulta, sarà quasi sicuramente uno shock, nel vedervi davanti una persona completamente diversa da quella che avete sposato o con la quale avete deciso di fare progetti.
Nel frattempo se lui/lei è stata bravo/a, vi avrà fatto anche parecchia terra bruciata intorno e recitato la parte del padre/madre/marito/moglie perfetto/a, per questo nessuno vi crederà e soprattutto vi diranno: “se ci stai insieme o ci sei stato insieme allora è perché ti stava bene così”, noteranno in voi anche una tendenza ciclica a lamentarvi e poi a dire che è tutto apposto: “come puoi pensare cose così brutte della persona che dici di amare”? e alla fine si allontaneranno perché vi vedranno come un enigma o un dramma con le gambe.
Inutile dire che voi in questo dramma ci siete stati trascinati senza volerlo e giorno dopo giorno il/la vostro/a aguzzino/a mascherato/a da buon/a samaritano/a vi ha somministrato il veleno necessario, non per morire, ma per farvi agonizzare in uno stato di semi-ipnosi tra le loro mani.
Si verifica una pesante dissonanza cognitiva e anche di fronte alla più dura delle realtà (tradimenti, disinteresse totale, violenza domestica, parenti che vi allertano, amici che vi abbandonano), le vittime non riescono ad accettare di amare/avere amato un mostro/una strega, ma soprattutto di non essersene accorti/e.
È un danno alla propria identità, ci si sente derubati e invasi come quando qualcuno ha violato i tuoi confini di sicurezza o la tua proprietà e si è introdotto furtivamente in casa tua, mascherandosi da amico e svuotandoti la dispensa e il cassetto dell’argenteria.
Se non sono stato capace di accorgermi di questo, allora io non sono capace di difendermi e tutelarmi.
Si sperimenta L’impotenza Traumatica, la consapevolezza assoluta che il nostro “schermo di protezione” (Schutz) è stato violato e travalicato contro la nostra volontà.
Questo tipo di impotenza è la stessa che si sperimenta quando si subisce una violenza carnale (poi voi ci andate anche a letto e ve la praticate da soli/e) o un trauma ambientale (terremoto, incidente..).
La dissonanza cognitiva conduce ad una ruminazione ossessiva, che non si interrompe neanche la notte; incubi, flashback, immagini intrusive, sensazioni in completo contrasto con la realtà (esempio sentirsi innamorati e imploranti di fronte a una persona respingente).
I sistemi di sicurezza sono saltati e si vive in costante stato di ipervigilanza: qualsiasi stimolo ci rimanda a lui/lei scatena un forte panico. (reazioni di freezing/attacco-fuga), le attività quotidiane non arrecano più alcun piacere inoltre ci accorgiamo di essere stati/e DESENSIBILIZZATI al pericolo e alle emozioni, per questo ad oggi se non ci sono forti stimoli, la vittima non prova più niente…
Si verifica un circolo vizioso di intolleranza e fortissima irritabilità; la vittima reagisce spesso con violenza o aggressività e il/la narcisista può finalmente dire: “è pazzo” oppure “è pazza”.
Se poi i narcisismi si sovrappongono inizia quella che io chiamo “la danza del castigamatti”, chi è il matto tra noi due?
Può durare anche anni, caratterizzati da reciproche denunce e lotte di potere all’ultimo sangue, nelle quali entrano i figli, qualora ve ne siano.
La paralisi depressiva è sia sul piano affettivo che sessuale e il terrore di non capire più chi sei conduce spesso la vittima a pensieri suicidari.
Quella sorta di “film” e di teatro a cui avete preso parte, vi manca… ma di base è lo stesso veleno che vi hanno somministrato per imbrogliarvi, per questo vi sentite in colpa, verso voi stessi e verso le persone che vi amano.
Siete dei tossici colludenti allo stremo delle forze.
Siete colludenti con l’immagine idealizzata di quella persona, ma non potete più idealizzarla perché le basi su cui questo processo di era stabilizzato, erano fasulle.
A lungo termine, se ne uscite, siete comunque condannati alla paranoia, la paura di incontrare qualcuno che vi faccia ancora del male, soprattutto se ve ne hanno già fatto in passato e non sono rare le malattie auto-immuni, i disturbi psicosomatici di vario genere.
Le ri-traumatizzazioni possono essere pesantissime da lavorare, ma sono anche la vera occasione per capire perché vi siete inconsciamente innamorati di un partner che vi permette di rimettere in atto i vostri traumi, per provare oggi a superarli.
Ci vuole circa un annetto, ma ce la potete fare. TUTTI.
Dipende solo da VOI.
La più grande soddisfazione che potete dargli infatti è stare male per loro, perché d’altronde se ci state male vuol dire che loro sono fighi/fighe e che hanno potere su di voi. Li si ferma la loro consapevolezza… il sangue che sgorga a cui attaccarsi e voi perché vi sentite amati e importanti solo quando qualcuno vi succhia il sangue?
Qual è il vantaggio di essere una vittima?
Forse vi hanno insegnato che alla fine del film c’è sempre un lieto fine, ma non è così e voi non potete essere i soli registi, ma soprattutto non c’è nessun premio… e questo forse l’avete imparato da bambini con genitori altrettanto sadici e avari di cuore.
È ora di darvi l’amore che cercate.
Ovunque lo trovate, ma in primis in voi stessi/e.
Dedicato a Me Stessa, a Franz, a Daniele Vitale (collega e amico insostituibile), a Sin, a Pro’, a Max, a Silvio, a Giorgia e Andrea, Silvia P., a Valeria e a Martina F.
Dottoressa Silvia Michelini
Facebook: Dottoressa Silvia Michelini
Ho pianto leggendo…mi sono dovuta fermare più volte. Non c’è un solo rigo che non mi appartenga. Ho 59 anni e sto ricominciando da me. Grazie Dottoressa Silvia Michelini la seguo sempre, mi è di grande aiuto.
Io so chi sei 😛 I LOVE YOU
Io credo di trovarmi proprio in questa situazione e non so come uscirne
Non c’è una virgola fuori posto. Sto leggendo tantissimo sull’argomento, ma nemmeno gli psicologi sono sempre così equilibrati nel descrivere il problema. La conclusione: ci vorrà circa un annetto: me lo auguro! Sono in psicoterapia da 6 anni, quindi l’occasione per riparte le ferite l’ho accolta, più volte. E sto sempre peggio: come mai, secondo lei? 1 grazie, un saluto
Terapia sbagliata? scarsa compliance? Servono terapie integrate. GRAZIE TANTO PER I COMPLIMENTI.
Avere avuto un figlio da lei, che amavo tantissimo, mi era sembrata la cosa più bella che mi era capitata nella vita. All’epoca non sapevo ancora che quel gioioso evento avrebbe pian piano segnato la fine di un sogno bellissimo quanto irreale. Nonché l’inizio della mia permanenza in uno dei peggiori gironi dell’inferno. Grazie anche a siti informativi come quello della D.ssa Michelini ho potuto dare un nome a quell’inferno orribile. Nel mio caso purtroppo non finirà mai. Pur se separato, dovrò continuare a convivere da co-genitore con quell’orrore, per poter amare e aiutare il mio belllissimo bambino di 3 anni a non diventare un mostro come lei, a causa delle sue inevitabili quanto malate manipolazioni psicologiche. Spero di sopravvivere per potercela fare…
Grazie D.ssa Michelini
Ti auguro tanta forza e tanto coraggio, ce la devi fare per il tuo cucciolo! In bocca al lupo
Buongiorno dottoressa.. Il padre di mio figlio rispecchia le caratteristiche di un narcisista patologico. Cosa posso fare per evitare il più possibile che manipolizzi il bambino (età 7 anni)??
Io per qualche anno mi sono fatta aiutare da professionista pedagogista, altrimenti non so se ce l’avrei fatta a “reggere” tutto il carico che mi ha portato questa relazione… Le violenze sia psicologiche sia fisiche, la manipolazione suo mio padre (e quindi le conseguenze e le tensioni in famiglia…). Nonostante la “separazione”, le angosce che mi fa vivere sono ancora molte. Ma la preoccupazione più grande è verso mio figlio adesso..Io sono disposta a continuare a vederlo, se questo può essere un modo almeno di proteggere mio figlio dalle sue manipolazioni. Però non credo che basti..
Signora non mi è possibile formulare un consiglio cosi’… è una situazione soggettiva e delicata che andrebbe valutata. Visiti il sito sulla sezione consulenza mail.
Dottoressa, le chiedo un consiglio e spero possa scrivermi due parole che mi aiutino. La mia storia turbolenta con un narcisista è iniziata più di 5 anni fa. Sin da subito ho capito che qualcosa non andava, ha iniziato a ricattarmi emotivamente e manipolarmi. Il senso di colpa era ormai l’unico sentimento che provavo con più facilità. Ero costantemente controllata e giudicata e assistevo a continue triangolazioni tramite i social, alle quali non riuscivo a ribellarmi. Provavo solo rabbia e mi sentivo frustrata ma non ero in grado di vendicarmi facendo altrettanto. Con la speranza che la smettesse facevo quello che mi chiedeva, ovvero essere irraggiungibile e praticamente la sua ombra e assistevo a ingiustizie plateali che ci portavano ad asfissianti litigate che si concludevano con le mie scuse. Ero sempre l’unica che non sapeva gestire le discussioni, poco importava cosa le avessero scatenate. Quindi tutto era annebbiato e inspiegabile e nemmeno le mie amiche potevano sapere. Ogni volta che ho sfogato con loro il mio malessere mi accusava di parlare male di lui (perché molto spesso mi induceva a mandargli le conversazioni).
Lui è un uomo bello come il sole, sportivo, in carriera, amato e stimato da tutti e pieno di successi personali. Io ero così, ora sono una donna sola e fuori dai giochi. Fuori dai social per scelta, con nessuna ambizione, arrabbiata. Ho scelto di restare immobile, di concentrarmi su me stessa, ma dove sono io davvero?
Ho lasciato il lavoro e mi sono rimessa a studiare, non ho un soldo per ricominciare la terapia psicologica, vorrei potercela fare da sola ma ho dei momenti (come oggi) che mi sembra tutto nero. Dove sarà? Mi manca. Mi manca cosa? Non lo so, l’idea che avevo di lui.
Ho bisogno di capire cosa può essere utile fare per accelerare questa ripresa. Un anno basterà? Forse è meglio che torni sui social per non dargliela vinta? (Lui mi ha sempre giudicata quando ero sui social nonostante fossi inattiva e avessi un centesimo dei suoi contatti.)
So che è difficile darmi delle risposte, ma ho bisogno di aiuto. Perché a volte sto così male e a volte mi sembra di potercela fare?
Non posso più vivere così. Non di più nulla di lui ma è passato troppo poco tempo e ho terrore che ritorni anche se lo desidero molto. Ma stavolta è più terrore… perché questa storia mi ha fatto perdere tutto. La mia psiche è una linea sottile e non mi appartengo più. Ero un’altra persona prima di lui.
L’idea che lui sia felice senza di me mi sta divorando e non voglio più essere vittima.