L’infantilizzazione dei figli è un comportamento molto comune nei genitori narcisisti: quasi tutti loro trattano il figlio o la figlia come fosse un bambino eternamente bisognoso e vulnerabile, che da solo/sola non potrebbe farcela a districarsi nel mondo senza il prezioso contributo genitoriale. Non importa che siate ingegneri aereospaziali, loro ne sanno più di voi e voi non capite nulla.
Questa dinamica si sviluppa non appena il bambino tenta di accedere naturalmente allo stadio evolutivo della ricerca di autonomia (dai 3 anni in poi): in questa fase l’individuo si muove dalla dipendenza totale verso il genitore all’acquisizione progressiva di una sua autonomia. La dinamica di soppressione dell’iniziativa e dell’autostima del figlio inizia a questa età e termina, qualora ci si trovi di fronte a un genitore affetto da DNP, con la morte del genitore stesso… non serve a nulla quindi che voi abbiate 50 anni. Ai loro occhi sarete sempre dei bambini inetti, che devono essere gestiti e controllati da mamma e papà.
Un genitore affetto da DNP saboterà direttamente o indirettamente qualsiasi vostro tentativo di combinare qualcosa di buono nella vita (iniziative personali, lavorative etc.…), finché voi smetterete di provare convincendovi di essere inetti e di non poter vivere senza loro. Se cercate di ritagliarvi uno spazio di autonomia individuale loro lo invaderanno, con le loro idee, consigli non richiesti, se la vostra impresa implica fare qualcosa di pratico, si offriranno di farlo al posto vostro (genitore elicottero), perché certamente voi non potete, non sapete farlo e se lo fate, certamente sbaglierete.
Non a caso, se poi decidete di proseguire comunque ad agire così come avete deciso voi, coi vostri modi e coi vostri tempi, loro si metteranno sula riva del fiume in attesa di un vostro minimo errore, per potervelo segnalare, sottolineando che “se aveste seguito i loro consigli o aveste lasciato far loro, non sarebbe accaduto”. Ergo… se volete fare qualcosa, non siete in grado, se comunque sfidate la sorte sbagliate e quindi non ce la farete mai e loro avrebbero saputo farlo meglio.
I genitori narcisisti considerano i figli una mera estensione di se stessi e si nutrono della loro vitalità e spesso, della loro vicinanza emotiva (inversione di ruoli), vogliono sentirsi potenti e indispensabili, per questo raramente rinunciano ad esercitare su di loro un controllo attivo (prediche, consigli non richiesti, affronti, “musi” se non fate come dicono loro, minacce abbandoniche…) o passivo aggressivo (genitori sempre lagnosi, insinuanti malattie più o meno reali e bisognosi, richiedenti che vi fanno sentire costantemente in colpa).
Se vi accorgete di questa dinamica e cercate di bloccarla le reazioni tipiche saranno le più disparate e possono essere racchiuse in tre grandi categorie:
• DISAPPROVAZIONE
• INVADENZA/INTERFERENZA
• CRITICISMO ESTREMO.
L’obiettivo generale è utilizzare su di voi un controllo attivo, scoraggiarvi e spingervi a fare ciò che vogliono loro, distruggendo la vostra autostima. Nel particolare:
• Minaccia di abbandono: “se non fai questo non mi vedi più” … etc. etc.
• Manipolazione mentale: tesa a convincervi che da soli/e non potete farcela
• Sabotaggio delle vostre iniziative in ambito lavorativo e/o affettivo.
• Rinforzo di divieti su orari e spazi di libertà: se avete la sfortuna di convivere ancora con loro.
• Istigazione ai sensi di colpa di stampo morale (una morale che loro non seguono al contrario): i sensi di colpa si concentrano soprattutto sul rapporto di rispetto che deve esserci tra figlio e genitore, sulla vostra palese e perenne INGRATITUDINE per ciò che hanno fatto per voi e riguardo a come un figlio deve o dovrebbe comportarsi verso un genitore… Al contrario loro NON SI METTONO MAI IN DISCUSSIONE: voi certamente siete dei pazzi millantatori che inventano bugie sulla vostra infanzia e i vostri vissuti emotivi, non esistono, loro li disconoscono e in ogni caso… siete troppo deboli, sensibili, bugiardi, visionari, “strani” o pazzi ovviamente.
• Ricatti affettivi: noterete che se li accontentate vi ascoltano e vi vogliono bene altrimenti vi trattano all’improvviso come foste il loro peggior nemico.
• Ricatti economici: se fai questo, o questa scelta, io non ti do un soldo. Se invece fai quello che voglio investo volentieri sulla “tua” formazione.
• Sparizioni seguite da improvvisi malanni (vi fanno chiamare da altri parenti)
• Scatti di ira e aggressioni verbali
• Triangolazione di altri parenti o dei vostri partner
• Bugie riguardo il loro stato di salute
• Tentativo di diffamazione della vostra persona con parenti, amici etc..
• Cambio di voce al telefono (vocine dimesse e lagnose).
COME POSSO ARGINARE IL MIO GENITORE NARCISISTA?
Fai un percorso mirato alla costruzione dei tuoi confini: impara a mettere dei LIMITI a questi genitori, non importa se vi minacciano che non li vedrete più. Tanto non lo fanno e se lo fanno, che bene possono volervi se per un puntiglio, una scelta non condivisa vi abbandonano? Smetti di confidarti con loro: potrebbero infatti minacciarti o utilizzare le vostre confidenze come materia di ricatto. Utilizzate la tecnica della pietra grigia: comunicate in modo chiaro ma senza toni emotivi o arrabbiandovi o entrando in conflitto. Praticate low o no contact, se possibile Scappate se necessario: in casi estremi – e io ne ho trattati – è stato necessario un allontanamento reale, perché il DNP può arrivare ad una gravità tale da mettere in pericolo il/la figlio/a.
Dottoressa Silvia Michelini
Potrei aver scritto io tutto questo !🥺 Non con tale consapevolezza, non con tale professionalità. Come un racconto di vita quotidiana da 55 anni. Credo ora di aver bisogno di aiuto. GRAZIE dott.ssa. Vorrei poterle parlare. Cordiali saluti
Sono in stato di sofferenza per tutto il male che mi fa mia madre. Mi tratta come una deficiente incapace di fare qualsiasi cosa e mi sfrutta economicamente e poi quando non ho soldi da darle mi tratta come una merda. Sto malissimo
Passo passo è proprio quello che è successo a me ed è alla base del mio no contact con mio padre da tre anni. Io sono figlia unica e lui è solo. Tremo al pensiero che un giorno non avrò più la possibilità di effettuare questa distanza perchè la legge m’imporrà di occuparmene. Ancora non ci posso credere di avere scoperto alla soglia dei cinquant’anni che questa persona non era in realtà un genitore ma una specie di guardiano, maligno e violento. Quasi quasi sarei andata avanti in quel modo fino alla sua morte, facendo finta di niente, dimenticando tutto quello che mi aveva fatto, specialmente nell’età adolescenziale. Due anni fa gli ho scritto una lettera sperando mettesse a tacere tutte le email che mi scriveva e le telefonate alle quali io non rispondevo mai. In quella lettera ho scritto proprio tutto e gli chiesi pure di curarsi perchè secondo me aveva un disturbo della personalità. Mi ha risposto, in sostanza, che la pazza ero io e che non era vero niente di quello che avevo scritto, che mia madre ed io eravamo trattate da lui come due principesse.
Negano, negano tutto e noi non dobbiamo aspettarci un cambiamento perchè non ci sarà mai. Vivono nella menzogna da sempre, è ormai diventata la loro verità e cercare un punto d’incontro con loro è come lottare contro i mulini a vento.
Articolo triste quanto vero. Mi trovo in una situazione difficilissima ed estrema. Dopo 5 anni di low/no contact con mio padre, ho fatto il passo falso di riavvicinarlo poiché sentivo di averlo “perdonato”. Ma così facendo ho rinforzato mia madre (narcisista covert) e la loro “scimmia voltante”. Nei cinque anni senza mio padre avevo fatto enormi passi avanti nel mio percorso di crescita personale e deciso di terminare la mia psicoterapia durata 13 anni. Ora ho perso tutto: il lavoro, la salute, la casa, la mia compagna, il libro che stavo scrivendo… sono tornato ad essere economicamente dipendente da lui, mi sembra un incubo. Soffro di un complesso post traumatico da stress causato da abuso narcisistico e di una rara sindrome (la sindrome post finasteride) a causa di un farmaco che ho preso. Mi sento allo stremo delle forze, mio padre vuole rinchiudermi in una clinica, mi sento vicino alla pazzia e al suicidio, e pensare che fino ad un anno fa (al rientro di mio padre nella mia vita) ero felice, sano, realizzato.
Ti capisco cara Giovanna, mi trovo in una condizione simile. Davvero per legge dobbiamo occuparci per forza dei nostri genitori? Non lo sapevo. Ho un padre narcisista perverso e una madre narcisista covert, ero quasi riuscito a venir fuori da questa difficile situazione familiare ma poi ho commesso un passo falso e ora sono disperato, ho perso tutto: la casa, la salute, il lavoro tra tante altre cose. Sento di aver perso me stesso e di aver tradito il mio destino. Teniamo duro, ce la faremo. Un abbraccio
Leggo ora dopo 2 anni questo tuo commento Raffaele e spero che in questo tempo tu possa esserti rimesso in piedi, con tutto il cuore.
Ho 34 anni, donna, anch’io vittima di madre narcisista patologica violenta.
Figlia di un padre meraviglioso che ha fatto da padre e da mamma a me e a mia sorella più piccola di 4 anni.
Ritengo che mia sorella ed io ci siamo salvate grazie all’esempio umano positivo di nostro padre: non ha mai mai reagito con violenza agli abusi fisici e psicologici che lei perpetuava contro di me (il capro espiatorio), contro il mio papà e indirettamente e a volte anche direttamente contro mia sorella (il vitello d’oro).
Sin da piccola ho inconsciamente sempre rifiutato mia madre: avevo carpito forse, che in lei qualcosa non andava; non mi sono mai confidata con lei, non mi sono mai aperta con lei.
Come madre, non ha mai avuto nei confronti miei e di mia sorella dimostrazioni di affetto, che ad una madre “sana” verrebbero naturali: un bacio, un abbraccio, un ti voglio bene, un sei stata brava, un come stai; solo anaffettività assoluta. Non ho davvero nessun ricordo felice con mia madre; gli unici bei ricordi che ho sono quelli con il mio papà.
Critiche, violenza fisica (calci, pugni, mani al collo, sputi) contro di me che reagivo con le parole ai suoi atteggiamenti psicopatici sin da bambina. Un diavolo: sembra posseduta in quei momenti, gli occhi infuocati, la bava alla bocca, le urla, i denti digrignati, gli oggetti lanciati contro di me e contro papà, porte spaccate a suon di martello.
Oltre alle sue critiche nei miei confronti che sottolineavano la mia pseudo incapacità di riuscire, anche nelle cose più spicciole, e oltre alla violenza fisica, si aggiungevano i suoi tentativi di troncare qualsiasi mia relazione sociale, sin dalla fase adolescenziale: criticava la mia migliore amica dicendomi che voleva mettermi in guardia da lei, che ero ingenua, troppo buona. Mi diceva “tu sei una povera stupida”. In realtà questi erano tutti atteggiamenti per evitare che io potessi intessere relazioni sociali sane: questo perché temeva che potessi raccontare all’esterno le sue malefatte.
Ricordo che ogni volta che uscivo, o trascorrevo del tempo dalla mia nonna paterna o materna, quando rientravo a casa, mi metteva il broncio o perpetuava silenzi di giorni interi (sono tipici i silenzi punitivi nelle madri narcisiste) oppure metteva in scena qualcosa per punirmi (oltre alle botte, soleva chiudermi a chiave in ripostiglio per un po’).
Ricordo un episodio da piccola: i miei amici stavano organizzando una festicciola a casa loro e mi avevano invitata; lei mi aveva impedito di andarci, senza nessuna spiegazione o motivo oggettivo. Semplicemente per il puro gusto di vedermi soffrire davanti a quel dispiacere.
In quanto madre narcisista, ha goduto e gode del dolore delle proprie figlie: loro stanno bene se noi stiamo male; al contrario sono contrariate, silenti e incapaci di rallegrarsi della tua felicità, se tu sei felice.
Sono incapaci di amare, di soffrire per il tuo dolore: al contrario traggono nutrimento dal tuo dolore. Sono infatti dei “vampiri emotivi”: ho trovato questa definizione sul web ed è assolutamente calzante.
Sono delle grandi dissimulatrici: inventano di sana pianta situazioni per attirare l’attenzione su di loro, soprattutto quando chi sta intorno a loro adotta un atteggiamento difensivo di indifferenza nei loro confronti.
Ora che sono sposata con un uomo meraviglioso, ha anche tentato di rovinare questa mia rinascita, inventando che mio marito volesse lasciarmi. Assurdo, direi psicopatico!
Le frasi più celebri nei miei confronti, della madre narcisista, patologica, violenta: “mi hai rovinato la vita sin da quando sei nata; da piccola tu mi facevi i dispetti; eri tremenda da piccola; tu sei invidiosa di me”. Sono queste le frasi che ha sempre scagliato contro di me sin dalla mia tenera età. Inoltre, nei suoi momenti di turba psicologica acuta, si rivolge a me, con i termini “bestia, stronza, zoccola”, talvolta urlandoli contro, talvolta quasi sibilandoli credendo erroneamente che io non la senta.
Gli atteggiamenti di mia madre nei confronti di tutti coloro che la contrariano: atteggiamenti violenti, urla, sorrisetto sadico, smorfie, parole intrise di sadismo.
Ricordo, che quelle poche volte che l’affiancavo alla cucina e le chiedevo qualcosa mentre lei era intenta a preparare, mi diceva che io la interrompevo perché volevo che lei sbagliasse in quello che stava facendo, accusandomi di essere invidiosa di lei.
Ricordo inoltre, che una mattina, ha irrotto nella nostra stanza alle 6 di mattina, urlando contro di me e mia sorella e dicendoci “alzatevi stronze!”. Tutto questo prima di andare a scuola.
Per anni ha cercato di tenerci a se con la politica del terrore: con punizioni atroci, con atteggiamenti violenti e intimidatori.
Non c’è guarigione per questi esseri; l’unica salvezza per chi sta intorno a loro è il distacco totale e definitivo. Il mio legale mi ha esplicitamente detto che i figli non sono tenuti né a voler bene ad un genitore, né ad accudirlo. L’unico dovere del figlio nei confronti del genitore è solo quello di provvedere ai suoi “alimenti”: questo significa che se il genitore ha l’autonomia economica di autosostentarsi (per intenderci il vitto quotidiano), il figlio non è tenuto legalmente a provvedere al genitore.
Il distacco è fondamentale in questi casi, sia perché questi esseri sono fonte di estremo dolore psico-fisico (ansie, e disturbi di vario genere) sia perché è importante per un figlio sano circondarsi di normalità, di affetti sani, positivi e normali.
Ho avuto la fortuna di essere una donna sempre iper-positiva, molto attiva e dinamica, innamorata della bellezza nelle cose e nelle persone e soprattutto ho avuto tanta fede cristiana e la fortuna di essere affiancata da esempi umani positivi: il mio papà, mia sorella, mia suocera che considero la mamma che non ho mai avuto, amiche meravigliose, esempi positivi e sani di donne, madri e mogli.
Solo a 34 anni ho razionalizzato la patologia di mia madre: il fatto che la chiami madre e non mamma non è casuale; io una madre non l’ho mai avuta, la considero solo una matrigna biologica.
Adesso che ho letto in varia letteratura psicologica che questi soggetti attivano questi meccanismi con fredda cattiveria, intenzionalità e consapevolezza nei confronti di un figlio che naturalmente dovrebbero amare e proteggere….beh questo sta scatenando in me una tale rabbia e odio nei confronti di quella donna; un grande desiderio che sia colpita dalle più grandi delle punizioni, le stesse che ha inferto a me per anni….tanto rancore, odio, rabbia….e questo mi tormenta…ma poi mi dico….io, noi non siamo come loro, altrimenti non riusciremmo a riconoscere la loro follia e anormalità…meglio abbandonare questi sentimenti, meglio circondarsi di affetti sani e cercare di dimenticare tutto questo, senza sensi di colpa: sono loro che dovrebbero sentirsi in colpa, non noi!
L’allontanamento definitivo è l’unica soluzione a questi drammi e orrori della vita. Non pensiate che il tempo possa risolvere le cose: no, le cose peggiorano col tempo, soprattutto se la figlia si costruisce la propria famiglia e la propria felicità; la madre narcisista farà di tutto per impedire alla propria figlia di essere felice. Questo perché loro in primis sono esseri infelici. E questo ha cominciato a farlo anche con me.
Siate sempre positivi e desiderosi di sano riscatto: amarsi è fondamentale e non è egoismo! come si può amare gli altri se non impariamo ad amare prima noi stessi?
Mi sento vicina a tutti coloro che come me hanno vissuto la stessa tragedia umana e di vita.
Grazie.
Cara Roxanaci, ti ringrazio tanto per questa tua testimonianza. Credo mi stamperò il tuo intervento per ricordarmi della strada giusta da intraprendere sempre.
La mia storia è questa: alla fine della psicoterapia due anni fa, durata 1 anno mezzo, ho intrapreso un cammino che era iniziato con enormi rancori nei confronti della famiglia di mio marito per come venivo trattata (ero e sono tuttora praticamente inesistente), e che è proseguito con lo scoprire sbalordita di avere due genitori narcisisti. Piano piano ho capito tutto… l’isolamento, le limitazioni, la solitudine, il non avere amici né alternative… Ma grazie alla psicoterapia mi sono creata piano piano un piccolo mondo di socialità, di persone che stanno con me perché vogliono farlo per quello che sono e non per i vantaggi che ne possono trarre. Questa alternativa che mi sono costruita mi ha dato la forza per essere orgogliosa di me, di quello che ho costruito e di oppormi alla fine all’ingerenza di mio padre. Nel frattempo mia madre si è ammalata di una malattia mentale degenerativa e mio padre ha fatto di tutto per sbolognarmela, colpevolizzandomi con motivi assurdi. Cercavo di alleggerirgli il quotidiano pensando alla spesa, alle incombenze varie ed è esploso a Natale scorso perché mi sono permessa, alla vigilia, di prendermi due giorni tutti per me… MI sono allontanata e distaccata finché mia madre non è stata ricoverata in una RSA, poi ho attuato e sto attuando ancora il low contact telefonandogli tutti i giorni ma andando a casa sua solo di rado. Mi sono illusa di poter mantenere solamente una parvenza di un rapporto padre-figlia normale, ma quando ho capito che lui non telefonava mai quelle rare volte per sapere come stessi (a meno che non abbia un problema di salute, si intende!) ma piuttosto per controllare e interrogarmi se avevo fatto questo o quest’altro per mia madre, anche quella illusione è svanita completamente. Mi ha anche accusato di non interessarmi a mia madre perché non chiamo in struttura… cosa vuoi chiamare una persona ormai non più in grado di fare un discorso compiuto….
Ma il peggio doveva ancora venire. Con mia zia, sua sorella, ho sempre avuto un bel rapporto che andava oltre la dinamica parentale. Da Natale in poi, apparentemente per non averla avvisata immediatamente del nostro ritorno dal viaggio di Capodanno, improvvisamente ha attuato anche lei le manipolazioni e i comportamenti più meschini: sparizioni, triangolazioni…. mi ha detto chiaramente che non aveva più bisogno di nessuno, se la cavava brillantemente grazie ai vicini di casa. Chiamava solo quando era in ansia per qualcosa. Chiedendole di vederci mi diceva che non era possibile per il Covid, mio padre però invece sì, lui poteva andarla a trovare. Una volta che ho provato a parlarle mi ha detto che dovevo scusarmi di quello che avevo fatto a Natale (!!!), mi ha colpevolizzato di tutto, non ha creduto a una sola parola di quello che le ho detto, niente. Mi scimmiottava con le vocine, continuava a dire “Hai sbagliato” Hai sbagliato!”, e io le ho risposto che sapevo benissimo che avrei sbagliato ancora come tutti del resto, e che avrei chiesto scusa, se necessario, senza problemi. Ma di ciò che non ho fatto no, non chiederò mai scusa.
Alla luce di questo percorso mi rendo conto che forse avrei dovuto capire prima che non c’era più niente da fare, ma tant’è… le ho provate tutte per mantenere il rapporto con lei. Nel frattempo ad aprile sono ritornati i pensieri suicidi, che non avevo più da tanto tempo. Poi ho diradato le telefonate, e poco tempo fa siamo passati a Whatsapp. La scorsa settimana, quando le ho chiesto se aveva già prenotato determinati esami mi ha risposto che era autosufficiente e che ci pensava da sé. Fino a ieri. Sono a casa con l’influenza, e invece di contattarmi direttamente per sapere come stavo ha contattato tutti gli altri: mio padre, mia figlia, mio marito…. “per non disturbare”: esattamente le stesse modalità, le stesse parole che mia suocera ha sempre usato e per cui ero finita in psicoterapia. Da ieri, ho preso la grande decisione. Basta.
Anche io ho passato e sto ancora passando momenti di grandissima rabbia. Vorrei che bruciassero nelle fiamme dell’inferno per il male che mi hanno fatto. Ma mi rendo anche conto che il modo migliore di reagire a questa situazione sia semplicemente lasciarsi queste persone alle spalle, volersi tanto, tanto bene e tenere a mente, SEMPRE, che quello che si è costruito lo si è costruito con le proprie forze, e su questo bisogna fare affidamento. Il tempo è galantuomo, e un giorno smetterò di avere queste voci che urlano dentro di me, e come ho lasciato alle spalle la famiglia di mio marito e in parte mio padre, verrà il turno anche di mia zia.
Grazie per questa opportunità.
Ciao Stefania ,
avrei potuto scrivere io la tua mail con la sola differenza che nel mio caso è mia madre la narcisista e mio padre se ne è andato 4 anni fa .
La cosa che mi ha stupito è la stessa identica dinamica con la zia , identica.
Io basta l’ho detto 3 giorni fa.
Grazie a te dico per le parole finali di speranza .
Mi piacerebbe davvero tanto confrontarmi con te .
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Grazie Roxanacl per questa tua testimonianza!
Ciao Stefania ,
avrei potuto scrivere io la tua mail con la sola differenza che nel mio caso è mia madre la narcisista e mio padre se ne è andato 4 anni fa .
La cosa che mi ha stupito è la stessa identica dinamica con la zia , identica.
Io basta l’ho detto 3 giorni fa.
Grazie a te dico per le parole finali di speranza .
Mi piacerebbe davvero tanto confrontarmi con te .